Dopo il cacciatore di aquiloni, un altro libro dal titolo perprimente (non esiste davvero come verbo, lo so!) che scalerà ogni classifica di vendita per anni e anni a venire?
No, tranquilli, non vi sto per presentare niente del genere. Il titolo di questo post è solo un modo per esprimere la sensazione che provo ormai da molti giorni: i romanzi sono come pesci diffidenti, e io sono il pescatore che deve fregarli e farli abboccare con tanta calma e ancora più tanta pazienza.
Sì, perché da quando ho terminato Primo Mazzini e la stanza fuori dal tempo, il mio ultimo romanzo (se ancora non lo avessi ripetuto fino alla nausea) non ho scritto altro. Cioè, ho scritto lettere di presentazione, revisioni, raccomandate, post idioti come questo e commenti ai blog di altri aspiranti scrittori, ma niente di nuovo dal punto di vista narrativo.
Non mi era davvero mai capitato di bloccarmi così. Davvero: da quando ho ripreso in mano Mozart di Atlantide, quattro o cinque (o anche solo tre ^^) anni fa, non ho mai terminato un libro senza averne già in mente uno nuovo da scrivere. Magari non ho iniziato a lavorarci subito (sono passati anche molti mesi) però sapevo che dopo Mozart venivano Nessuno e gli altri gatti, e ho iniziato a parlare di Primo Mazzini (il mio ultimo rom... ok la smetto) mentre ancora stavo portanto a termine il romanzo precedente.
Adesso, invece, ho il vuoto assoluto. Mi sono detto: che scrivo dopo questo romanzo qua? E la risposta è stata: bo'?
Eppure, come credo si sia intuito dalle prime righe del post, qualcosa inizia a intravedersi. Ci sono molte idee che si aggirano nell'acqua torbida. Le vedo guizzare, le sento avvicinarsi, e la mia lenza mi dà di tanto in tanto qualche bottarella di avvertimento (non che io abbia idea di come si peschi realmente, a dire la verità).
E quello che sto cercando di acchiappare non è nemmeno un romanzo singolo, ma sono addirittura tre. C'è il seguito di Primo Mazzini, che però vorrei posticipare almeno fino alla (improbabile) pubblicazione del primo libro. C'è poi una storia che nasceva cupa, angosciante. Si parla di malattie, solitudine, abbandono... solo che tutti questi temi li vorrei infilare in qualche modo in un racconto che faccia ridere. Un ottimismo nonostante tutto, una vita che cambia anche violentemente, ma che forse cambia in meglio. Una storia molto legata al mio momento presente, direi, ma che ancora non vedo in maniera chiara al 100%.
Ancora, ricordate il romanzo degli insettoni che arrivano dallo spazio? Be', per quanto sembri (e suoni) come una boiata colossale, sento che ha un potenziale enorme. È una storia così anti-convenzionale che potrebbe davvero lasciare tutti un po' sconcertati. Più ci ripenso e più mi dico: sì, la devo scrivere. Poi mi metto lì a ordinare le cose, ed ecco che si smonta tutto. La trama sparisce, i personaggi fanno pena, e mi resta in mano solo la lenza spezzata mentre il pesce m'ha rubato l'esca.
Ma prima o poi l'acchiappo, secondo me. Prima o poi l'acchiappo...
Simone
17 commenti:
Forza e coraggio! I momenti di poca creatività capitano a tutti noi altri scribacchini perditempo.
Pensa che prima di decidermi a scrivere "sul serio" io ho perso qualcosa tipo 20 e passa anni, in cui avevo la testa piene di idee, ma che usavo al massimo per qualche partita di giochi di ruolo!
Il romanzo "cupo e angosciante" sarebbe una volta molto matura, ma non è affatto facile scrivere qualcosa del genere. Se pensi di esserne in grado, fallo senza pensarci!
Ovviamente da buon scrittore di genere io faccio il tifo per la storia degli insettoni spaziali?
Boiata?!?
Ci sono registi e scrittori che si sono arricchiti, coi B-movie (B-books?)
^_^
E' surreale come ogni scrittore, sceneggiatore, autore ecc.. emergente, ha smepre in mente l'idea che per lui è quella del secolo!
Te quando cominci a scrivere, pensi ad un'idea, trama ecc, come a qualcosa che tu per primo vorresti leggere?
io ad esempio ho in mente una sceneggiatura che prima o poi vorrei sviluppare per benino, ma per quando la storia piacia a me, son altretanto sicura che qualcun'altro potrebbe benissimo rimanerne indiferente!
Ma con la vita che fai possibile che non hai spunti interessanti?
a presto
Valery
Alex: cupo e angosciante, però da ridere ho detto! E gli insettoni prima o poi arriveranno comunque, al limite in Primo Mazzini 3 o 4 ^^
Valery: la vita che faccio mi da 100 spunti, proprio per questo sto in crisi perché devo decidere cosa approfondire e cosa no.
E poi io in genere scrivo quello che piace a me, ma il metodo "giusto" (volendo scrivere per lavoro intendo) sarebbe di scrivere quello che piace agli altri. La fortuna è che ci piaccia un'idea che per qualche motivo piace anche al pubblico... magari con un po' di pazienza e fortuna ci si riesce.
Simone
Che dire... forse ci vuole un'esca differente o, magari, non è che ti sei assopito proprio mentre un insettone tirava la lenza come un ossesso? Mah, chissà... comunque, visto che le idee ci sono, ti serve solo un bel colapasta per filtrare quelle un po' così da quelle geniali ^_^
E per gli insettoni, ti consiglio di leggere Fanteria dello Spazio di Heinlein o, per lo meno, di vederti la saga cinematografica di Starship Troopers (almeno il primo... che merita. Gli altri sono un pochetto scialbi).
Glauco: grazie del consiglio. Di Starship Troopers ho visto il film, ma non ha molto a che vedere con quello che ho in mente (tipo niente soldati, astronavi, armi teconologiche, personaggi muscolosi o cose del genere).
Simone
con quel cucchiaino lì dell'immagine mi sa che pigli poco, prova con un sano e sempre funzionale lombrico!
Gelo: uhm, si vede che non capisco niente di pesca? ^^
Simone
(Il pescatore di asterischi è una canzone bellissima, se ti sei ispirato a quella per il titolo del post)
Comunque è un po' come mi sento io, ed è il motivo per cui non ho mai terminato nessuna delle mie grandi idee. Spesso ci trovo dei buchi nella trama o cose poco convincenti che non riesco mai a tappare del tutto. A volte mancano la voglia e il tempo, perchè con tre ore di viaggio da pendolare ogni giorno, le lezioni e gli esami quando arrivo a casa sono così stanca che non riesco nemmeno a pensare.
Comunque credo che passi, basta solo riacciuffare i fili di pensiero sparsi e rimetterli in ordine, ma serve un po' di distanza. Prova a metterti in pausa di riflessione e a smettere di pensarci. Fra due settimane avrai sicuramente il pensiero più chiaro e i contorni dei romanzi da pescare saranno meglio delineati.
E una quarta storia, proprio no?
Mi ha fatto scompisciare la tua metafora su una materia che ammetti di non coonoscere (la pesca), ti consiglio di fare un bel libro come non si dovrebbe mai fare: un' insieme di avvenimenti su cose che non conosci, inventate, immaginate, supposte.
Fesserie a ruota libera: io dico che se esce bene sarà memorabile.
Auro: la fase di pausa credo di averla già passata. Ora ho un po' di idee che sono lì lì per essere definitive ma sono ancora molto sull'indeciso.
In 3 ore di pendolare non riesci a scrivere niente, magari su un treno con un portatile? Occhio che all'università rischi che te lo freghino non lasciarlo troppo in giro! ^^
L: lo sai che non è per niente una brutta idea? Però io sono troppo pignolo per non studiarmi le cose che scrivo (magari non quelle sul blog, come in questo caso ^^). Potresti provare a scriverla tu, che ne dici?
Simone
Ma che treno, non siamo così evoluti! Qua si viaggia solo su autobus scomodi e puzzolenti. No, di solito in autobus dormo o penso. Se penso penso alle mie storie, quindi un po' di tempo da dedicargli ce l'ho ma non è la stessa cosa... Almeno secondo me...
anche perchè, se anche esistesse, "perprimente" non sarebbe un verbo:)
Io riesco a malapena a concludere quel poco che inizio, ma se in un futuro abbandonerò l' idea di essere pubblicato ci proverò sicuramente.
Auro: già pensarci non è male, comunque.
L: cioè mi hai consigliato una cosa da scrivere per chi NON vuole essere pubblicato?!
Anonimo: ma il verbo perprimere non esiste, da cui perprimente. Però esiste perplesso, visto che bello. E ti prego: dimmi che sei lo stesso anonimo che mi insultava sempre sul vecchio blog... mi manca tanto!!! ^^
Simone
No, mi dispiace, sono uno nuovo:)
by anonimo
Simone: E poi io in genere scrivo quello che piace a me, ma il metodo "giusto" (volendo scrivere per lavoro intendo) sarebbe di scrivere quello che piace agli altri...
Claudia: ecco, a me piacciono gli scrittori non professionisti proprio perché scrivono di qualcosa che sentono e ci mettono la passione. I professionisti scrivono parole pensate per essere vendute e non hanno bisogno di mettersi in gioco, sanno di vendere e sono a posto così.
Ah, se lo scrittore non professionista ogni tanto azzecca un minimo di ortografia, o ha una vaga idea di cosa sia la punteggiatura, è meglio.
Claudia (quella del blog vecchio)
Claudia: grazie... e ben tornata! ^^
Simone
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