27/02/09

Vita da single: tutta la robaccia inutile che vi riempie la casa (o che per lo meno riempie la mia).

Ricordo ancora perfettamente quando, da giovane, vivevo ancora con i miei (fino all'anno scorso, insomma ^^):

«E adesso dove cavolo lo metto io st'attrezzo?!» sbraitava mia madre, ogni volta che mi azzardavo a rientrare a casa con un qualsiasi oggetto da lei ritenuto eccessivamente ingombrante (definizione valida anche per una semplice scheda telefonica spessa 2 millimetri).

Adesso invece me ne vivo da me medesimo, e quando compro stronzate senza minimamente ragionare su quello che sto facendo me le posso portare a casa con la medesima tranquillità di avere buttato i miei soldi, ma con la nuova certezza che - per lo meno - nessuno me le tirerà dietro.

Eccovi allora una breve lista di tutte le cose che - finalmente libero di esprimere la mia passione per accumulare robaccia - ho collezionato nell'arco di questi pochi mesi. E se anche voi vivete per conto vostro immagino che sto per fare una descrizione del vostro arredamento, ma vabbe':

La robaccia inutile che mi riempie la casa.

Tutti gli accessori del Wii: il volante, la pistola, il fucile, il tappetino per ballare (vedeste quanto sono sexy quando lo uso!) la pedana per fare ginnastica, il microfono, la chitarra e - ovviamente - il secondo pad per fare i doppi. E questo mi dà l'occasione per qualche sotto-riflessione a catena:

- Quando vado al negozio e chiedo: avete il nunchuku per il pad della wii mi rendo conto che i miei sono i 33 anni peggio spesi nella storia dell'umanità... tolto giusto il commesso che di anni ne ha 40, compra più giochetti di me e non si pone nemmeno il problema.

- Ma voi ce le vedete davvero Nicole Kidman e la Giuliana che giocano a Mario Kart sul divano? Assolutamente impossibile: io scommetto che c'hanno la Play 3.

- Se ho vissuto coi miei fino a questa età - evidentemente - c'era un motivo.

L'xbox 360: questo l'ho avuto dando indietro i vecchi giochi che riempivano mezzo salotto. Per cui, in un certo senso, è stato come liberare spazio.

Il televisore a cui collegare tutto: il problema non è la TV in sé, che tra l'altro non è affatto grande, quanto i chilometri di cavi che passano per tutta casa.

Due pupazzi simil-indiani comprati dal venditore senegalese per strada: insieme a questi ho comprato anche un quadro, perché così mi faceva lo sconto. Che genio degli affari, che sono!

Un tavolino dell'Ikea, brutto e ingombrante:
mi serve per buttarci sopra i vestiti quando sono indeciso se lavarli o se indossarli un'altra volta. Quelli sporchi, in genere, stanno sul pavimento.

Vasi di plastica e fiori finti dei negozietti cinesi: presi per abbellire l'ambiente, e successivamente buttati da una parte (sempre per abbellire l'ambiente).

Una pianta vera, di quelle che dovrebbero fare i fiori:
ha iniziato ad appassire 2 giorni dopo essere entrata in casa mia, e da allora sta ancora agonizzando. Qualcuno mi ha detto che le piante hanno bisogno d'acqua e tante altre cose... eppure gli ho lasciato 50 euro per comprarsi quello che vuole, ma stanno ancora lì sotto al portavaso.

Set di 6 tappeti: li ho presi in offerta in un negozio che liquidava tutto perché stava per chiudere (chiude ogni tre mesi, poverino!) Adesso il pavimento è quasi interamente rivestito da uno strato di tappeto che inghiotte tutto quello che ci cade sopra, e posso smettere per sempre di pulire per terra.

Il cellulare, il lettore MP3, il lettore di ebook, la macchina fotografica, il Game Boy, il computer portatile e non so che altro stramaledetto attrezzo digitale: il problema non sono tanto gli oggetti in sé, ma i caricabatterie che non so più dove mettere.

Un po' di libri fotografici colti: per fare colpo sui miei amici intellettuali, quando vengono a trovarmi.

Un po' di libri fotografici pieni di culi e tette: per fare colpo sui miei amici meno intellettuali, quando vengono a trovarmi.

Un po' di riviste porno: per quando non viene a trovarmi nessuno.

Apribottiglie di design, fatto da qualche architetto: funziona peggio di un qualunque apribottiglie normale, e ne occupa cento volte lo spazio.

Tappabottiglie con dispositivo-anti-goccia: a casa mia una bottiglia di vino non è mai avanzata, e tanto anche se il vino gocciola nessuno deve pulire.

Padella per la carne con scanalature per il grasso: il guaio è che poi ho scoperto che andava lavata.

Grattugia parmigiano elettrico: di cui basta solo il nome per definirne l'inutilità.

Accendino a forma di rana: quando premi la levetta illumina gli occhi e gracida... peccato solo che la fiamma non si accenda.

Alberello in miniatura, presepe, un pandoro e torroni vari: che fretta avete di rimettere a posto le cose? E male che vada, il Natale tornerà anche quest'anno.

E poi, ultimo ma non ultimo...

Scaffale pieno di romanzi: che sarebbe anche una cosa normale, se per metà non fossero libri scritti da me. In ogni caso li ho letti tutti, e alcuni non sono neanche malaccio...

A parte quello su Atlantide, che in effetti faceva cagare.

Simone

25/02/09

Citazioni, recensioni, esaminazioni, lamentazioni... ma soprattutto medicazioni.

Consueto punto della situazione, che ultimamente faccio più spesso del solito... ma meglio così, perché magari vuol dire che è una situazione interessante ^^.

Il blog: il blog va bene, va sempre meglio, mi piace rileggere le cose che ci scrivo (che volete farci, sono fatto così ^^) ma un po' mi ha anche deluso. Trovo che la gente preferisca commentare qualche stronzata che scrivo in 2 secondi nello stato di facebook, piuttosto che dire la sua su un testo a cui ho lavorato diverse ore.

E ok, magari non a tutti fa piacere parlare di certe cose e non necessariamente tutto quello che scrivo può essere interessante anche per gli altri (direi anzi che è la storia della mia vita ^^) ma sul blog dedicato alla scrittura mi bastava parlare di "d" eufoniche per scatenare il putiferio mentre poi quando si passa a parlare di altro la gente si rompe subito le palle.

Mi pare comunque una situazione non necessariamente legata solo ai blog: il contenitore interessa più del contenuto, e lo strumento scrittura, lo scrivere in sé, interessa più del pensiero che c'è dietro. Ma di questa cosa mi ero reso conto già dalla prima volta in cui ho parlato con altri aspiranti scrittori, e credo che valga anche per la musica e tante altre cose. Devo rifletterci un po' meglio, magari mi sbaglio.

Il mio libro, e la crisi dell'editoria: il libro quello famoso esce sempre ad Aprile, anche se non mi è ancora dato sapere come, dove e quando.

Magari potrebbe essere il 31 Aprile, che poi visti i tempi di ordinazione e consegna diventa Maggio... e vabbe', vedremo, e ovviamente non è certo questo il punto importante.

Quello che invece è importante, e che anzi potrei definire come un bel guaio, è che l'editoria non se la passa per niente bene in questo periodo. Se già qualche libraio che conosco si era lamentato del periodo festivo un po' moscio, alla Delos hanno detto chiaramente sul loro forum (per cui non vi sto dicendo niente di segreto) che le vendite del periodo Natalizio sono andate discretamente peggio del previsto.

Peggio del previsto, detto in editoria, è come se vi buttassero giù da un grattacielo per poi passarvi sopra con una pressa da 20mila Kg, e quelli dell'ambulanza che vi viene a prendere vi dicessero: lo sai amico? Sei ridotto peggio del previsto.

Ma vabbe'... la vita continua, le fratture da precipitazione e schiacciamento si riaggiustano, e anche la crisi finirà. Sperando ovviamente di non esserne io la causa scatenante ^^.

Le segnalazioni: ricordate quando ho detto che non avrei più segnalato libri di altri scrittori, o anche altre cose tipo eventi e manifestazioni? Be', c'ho ripensato. Se avete scritto un libro e volete che ne parli qui sopra mandatemi un comunicato stampa che io possa semplicemente incollare nel mio blog senza doverci lavorare (sarei stato un grande giornalista) e se è una cosa che mi interessa, se ho tempo e insomma se se se e tanti altri se lo metto online.

E in ogni caso vi ringrazio davvero fin da subito, visto che in un certo senso se un altro scrittore si rivolge a me è anche un bellissimo complimento.

Seconda laurea in Medicina: l'università va bene. Benissimo anzi. Ho dato tutti gli esami del primo semestre, per cui a breve potrò iniziare il secondo senza dover pensare a materie rimaste arretrate o ad appelli straordinari da sostenere. Insomma sono partito col piede giusto, la situazione si sta stabilizzando e non ho trovato le difficoltà insormontabili che temevo invece d'incontrare.

Ora non resta che aspettare, e poi vedremo che cosa arriverà dopo. Per adesso, intanto, non posso che essere davvero contento.

E speriamo che continui così.

Simone

23/02/09

Decalogo per diventare un giornalista di successo (o un blogger carcerato).

Se trovi una bella notizia, copiala: vi ricordate il vecchietto sorpreso a rubare in un supermercato e a cui poi la gente ha portato la spesa? È uscito su tutti i giornali con tanto di seguiti e particolari toccanti e strappalacrime... peccato solo che la storia fosse inventata.

La disperazione vende:
e ricordate sempre di porre domande di alta classe e sensibilità quali cosa ha provato nel sentirsi pugnalare? Che ne pensa della vita, ora che ha perso tutto quello che aveva? E poi, la prego, lo dica ai nostri telespettatori: è disposto a perdonare?

Informarsi e documentarsi è da sfigati: se scrivi un articolo su un argomento scientifico ma non sai nemmeno di cosa cazzo stai parlando, non preoccuparti. Basta inventare il nome di qualche eminente scienziato e a nessuno verrà mai in mente di andare a controllare se esiste davvero.

La politica è come il calcio: e gli elettori sono i tifosi. Fai il tifo sempre per la tua squadra e - comunque vadano le cose - quegli altri sono delle pippe.

Non ci sono notizie noiose, ma solo notizie mal presentate: se la partita è stata noiosa, è perché uno scambio di azioni ha portato a una situazione di equilibrio. Se muore un tizio di 90 anni si tratta di una drammatica scomparsa. Se a qualcuno gli si impalla il PC è per via della micidiale vulnerabilità delle reti informatiche, se il 40% delle persone non ha mai provato una droga vuol dire che il 60% sono possibili tossicodipendenti (tra l'altro le percentuali le ho appena inventate, da bravo giornalista) e se non è successo assolutamente nulla di degno di nota vuol dire che ci troviamo in un terribile momento di stasi.

Il razzismo funziona sempre: non scrivere insomma francese cade dal motorino ma piuttosto: cittadino straniero aggredito da marciapiede. Molto più efficace, no?

Alle notizie bisogna dare il giusto peso: questo significa che quando piove ci sarà presto un'alluvione. Quando fa caldo c'è la siccità e l'effetto serra. Se c'è una scossa di terremoto probabilmente potrebbero essercene altre molto più distruttive. Se un vulcano erutta metti le foto di Pompei. Se si parla di nucleare manda il filmato delle esplosioni atomiche. Se c'è un omicidio sottolinea sempre che è avvenuto in casa e la vittima era ignara di tutto e quando parli di una malattia mortale specifica bene il fatto che questa patologia può venire a tutti, in qualsiasi momento, e senza alcuna possibilità di scampo: la gente non cerca altro che una buona scusa per vivere nel terrore.

Se qualcosa è online, si vede che è gratis: trovate l'immagine di un pittore famoso appena deceduto, ma non potete permettervi la vertiginosa somma di 50 euro per pagarne l'utilizzo? Ma che problema c'è? Basta fare un copia-incolla dal sito di quello sfigato di Navarra ed è fatta. E sì questa cosa è successa davvero, ma non dico chi è stato perché poi i guai li passo io ^^.

La negatività vende di più:
avete mai letto di uno che ha fatto un viaggio aereo senza alcun intoppo o incidente mortale? E un'intervista a qualcuno guarito dal cancro? Un reportage sulle persone felici? Un elenco delle cose che sono migliorate in Italia negli ultimi 10 anni? Famiglie riunite in prima pagina? Aspiranti suicidi che ritrovano la gioia di vivere? Bambini subito ritrovati anziché smarriti per sempre? Extracomunitari aiutati dagli italiani a loro volta aiutati da altri extracomunitari? L'arresto cardiaco salvato dai soccorsi adeguati e giunti prontamente?

Eppure le cose belle succedono davvero, e neanche troppo di rado... peccato solo che non piacciano a nessuno.

Simone

20/02/09

Il lato positivo del fatto che (quasi) tutti dobbiamo morire.

Da quel poco che ho capito della vita uno nasce, va a scuola, si laurea (magari anche due volte!) cerca lavoro, si fa un mazzo così dalla mattina alla sera, si sposa, divorzia, cresce uno duo tre o quattro ragazzini, impara a suonare il pianoforte, arreda la casa, trasloca e l'arreda di nuovo, vede migliaia di film, legge libri, ascolta musica fino a saperla a memoria per cantarla sotto la doccia, scrive, viaggia, compra automobili di cui diventa succube, passa mesi e mesi in fila alla posta, in banca, al casello e anche per i biglietti del cinema e insomma non fa che sbattersi appresso a tutta un'altra serie di impegni importanti, onerosi, urgenti e inderogabili.

Una vita intera dedicata al lavoro e alla fatica per poi, magari all'improvviso...

E vabbe'. Visto purtroppo che, almeno per il momento, su questa storia che presto o tardi un po' tutti schiattiamo c'è veramente poco da fare, tanto vale provare almeno a prenderla bene e a guardare anche il lato positivo della questione.

Il lato positivo del fatto che quasi tutti dobbiamo morire (e comunque, prego: dopo di voi).

Quel mutuo che vi faceva dannare non è più un problema.

Potreste scoprire che, in realtà, il sesso libero non era vietato da qualche cavillo etico universale, e potrete prendere per il culo chi ha vissuto sempre in maniera casta e pura. In caso contrario (se il sesso libero era effettivamente proibito) sono affari vostri, mentre per quanto mi riguarda non è che le cose cambino molto.

Se dovevate dei soldi a qualcuno, avrete la certezza che almeno una persona piangerà la vostra morte.

Non dovrete più decidere se fare o no quelle analisi (che avreste fatto molto meglio a fare, temo). E non dovrete più preoccuparvi di quel doloretto.

Finalmente quel parassita di vostro figlio si dovrà trovare un lavoro.

Verrà data lettura del vostro testamento, dove finalmente lascerete detto a vostra moglie, vostra suocera e al vostro capoufficio quello che veramente pensate di loro.

I vostri romanzi ignorati e criticati duramente non diverranno dei best-seller, neanche dopo la vostra dipartita (io mi sto grattando). Ma tanto sai chissene fotte.

Lo spettro di un futuro oscuro è qualcosa che non vi tange, mentre gli orrendi pericoli che minacciano la sopravvivenza dell'umanità non fanno più tutta questa grande impressione.

Non vi troverete più a canticchiare senza accorgervene il brutto singolo del vincitore di qualche reality.

La morte è un'ottima scusa per sottrarsi a tantissimi impegni noiosi, tipo matrimoni e battesimi. Vi toccherà comunque sorbirvi un funerale (il vostro, ovviamente) ma potrete evitare di fingervi socievoli.

Non dovrete più guardare quegli orrendi programmi televisivi. E non dite che potevate farlo anche da vivi: anche se non facevate che parlarne male, alla fine stavate sempre lì appiccicati davanti alla TV.

Qualcuno vi cercherà su Facebook chiedendovi che fine hai fatto? E di sicuro ci sarà da ridere ^^.

Saprete una volta per tutte se Dio esiste oppure no e - nel caso - potrete chiedergli di spiegarvi i grandi misteri della vita del tipo: perché i pinguini hanno le ali ma però nuotano, come mai le cose buone da mangiare fanno male e non vice-versa (avrebbe molto più senso, no?) oppure se è meglio l'xbox 360 o la playstation 3.

Se poi vi fosse concessa anche un'ultima domanda, potreste finalmente farvi spiegare perché è nato l'Universo e il vero significato della vita.

Anche se, una volta che siete morti, non vedo cosa ve ne dovrebbe fregare.

Simone

18/02/09

10 motivi per smettere di leggere il blog di qualcuno.

10) Esce su google cercando "porno gratis", ma invece è a pagamento (questi li becco in continuazione, chissà perchè...)

9) Ha una specie di banner con una grafica in stile propaganda del Terzo Reich, e che se ci clicchi sopra prendi a pugni un personaggio pubblico - presumo - poco amato dall'autore del blog. Adesso, è vero che ognuno la pensa come gli pare... e infatti io penso che siete da psicoanalisi.

8) Si chiamano tipo Antivaticano.com o Mortealcomunismo.it: sono già abbastanza qualunquista da me.

7) Il blog è di uno scrittore emergente che mette noiosi racconti e brutte poesie nei post. Ah ah, che battutona, vero? E invece no: non scherzo.

6) Il blog parla solo ed esclusivamente di libri ed editoria. No davvero ragazzi, ma che palle!

5) Il blog è di un autore mio diretto concorrente che mi frega posti in classifica e vendite in libreria. Ok, questa è una regola che vale per il futuro.

4) Il blog propone certezze facilmente confutabili sui più profondi misteri della vita, copia-incollandole dalle affermazioni dell'una, dell'altra o dell'altra-ancora parte politica.

3) Il blog è di uno scrittore troppo più bravo di me, che mi fa rosicare.

2) Il blog è di uno che scrive i soliti elenchi di dieci punti... ma poi gli vengono solo nove idee.

1) Il blog è di uno che non fa che lanciarsi in una serie di piagnistei infiniti e senza scopo. Che poi è un giudizio che vale per i 2 terzi di tutto ciò che viene messo per iscritto al mondo... e sì: anche era un lamento senza scopo anche questo.

Per cui cancellatemi pure.

Simone

16/02/09

(Quasi) tutto arriva, per chi sa aspettare.

Novità, grandi novità o quasi novità, visto che sono cose che un po' già si sapevano:

Intanto ad Anatomia I ho preso 23. Che non è poi questo gran bel voto, ma non è nemmeno da buttare visto che hanno bocciato quasi metà delle persone e - personalmente - ho trovato questo esame davvero difficile. Qualcun altro avrà preso 30 studiando una settimana... ma vabbe': infatti ho detto personalmente ^^.

Sarà che era tutto da imparare a memoria tipo poesia delle medie (soltanto che neanche ci stavano le rime!) e che mentre ripetevo la gamba mi scordavo il braccio e mentre ripetevo il braccio mi scordavo la testa... comunque vabbe': potevano darmi qualcosina di più come potevano benissimo darmi molto di meno, per cui questo era il primo scoglio da superare e posso dire che è andata decisamente bene. Adesso mi mancano solo altri 50 e rotti esami (sinceramente non sono ancora riuscito a contarli) e poi con la seconda laurea ho finito: e pensare che ci voleva così poco ^^!

Per quanto riguarda invece il settore letterario io scrivo, il libro che non so se vi ho già detto ma che sto per pubblicare ormai a breve, in seguito alla solita serie di auto-ricerche da scrittore sfigatissimo è uscito fuori:

Questo


questo

e anche questo!

A parte che finchè non lo vedo sugli scaffali per me il libro non esce e resta sempre un pesce d'Aprile (che del resto la data di uscita è quella) questa cosa mi ha dato una sensazione allo stomaco simile a quella che si ha in cima alla prima discesa delle montagne russe, quando il carrello è salito fino al punto più alto. Speriamo insomma che poi ci sia da divertirsi con giri della morte, discese terrificanti e cose del genere, e che alla fine la gente non scenda giù sbadigliando ^^.

Per quanto riguarda invece il futuro più prossimo, per non dire imminente, questa settimana devo dare non uno, ma ben due esami (sempre nell'idea che io chiamo esami anche i cosiddetti moduli, corsi integrati, esoneri o quello che è, visto che tanto devi darli per forza). Si tratta della parte organica di Chimica (l'inorganica me l'hanno riconosciuta da Ingegneria) e della prima passata di Biologia, materia che poi andrà riesumata per fare l'orale insieme a genetica, a Giugno.

Sono prove molto più semplici di quanto non fosse Anatomia I... solo che ovviamente finché dovevo dare Anatomia ho studiato quello, nella ormai radicata tradizione studentesca di trascurare le materie meno esigenti. Ce la farò a passarli tutti e due? Andrà bene almeno uno? Mi segheranno tutti e mi faranno cancellare pure Anatomia I, per punizione?

Chi vivrà vedrà (o leggerà su questo blog)... ma adesso è meglio che vada a studiare.

Simone

13/02/09

I problemi che non sapevate di avere: il presentatore del quiz televisivo che ci mette mezz'ora a dirvi se la risposta è giusta o sbagliata.

Lo so che ci sono problemi ben peggiori nella vita. Però che senso ha provare ad affrontare delle sfide grandi e memorabili quando non abbiamo più nemmeno la capacità di pretendere dei progammi televisivi che non ci facciano venire l'esaurimento nervoso?

La situazione già la conoscerete tutti, ma ve la riassumo per evitare equivoci:

Studio televisivo di un programma a quiz qualunque: un po' di donnine col culo di fuori tanto per aumentare l'audience, un concorrente che sta a metà tra il vincere un miliardo o tra tornarsene a casa senza un cavolo di niente, e un presentatore che per accontentare gli sponsor o la regia o entrambi deve tirare la cosa il più a lungo possibile.

«Qanto fa due alla terza?» ripete il conduttore per la centomilesima volta. «Le risposte possibili sono: un milione, otto, rosso e infinito». Tra l'altro, avete mai notato come le domande a carattere scientifico sono sempre a livelli idioti mentre quelle di cultura generale sono impossibili?

Il concorrente è sudato, nervoso, teso, stanco, spaventato e anche - devo dire - un pelino ansioso.

«Credo che faccia rosso» dice, cercando di usare un tono simpatico come se tanto a lui un miliardo in più o in meno non gli cambia niente.

«Sei sicuro?»

«Uhmm» il concorrente non è sicuro (per lo meno!) però si butta. «Sì, sono sicuro».

«Sei sicuro sicuro

«Oh, vaffanculo! T'ho detto di sì».

Magari lo dicesse! E invece la storia va avanti per venti minuti, fino a quando finalmente la risposta è stata data, confermata e firmata col sangue e al presentatore non resta che dirci se il beota in questione ha vinto le centinaia di migliaia di euro del premio o (come se non si fosse capito) se ne andrà a casa a farsi prendere per il culo da amici e parenti per l'eternità. Non sapeva fare le potenze, scriveranno sul suo epitaffio, e per questo è morto povero.

Ma invece non è così. Le luci dello studio si abbassano, parte una musica angosciante (un accordo di 13 note ripetuto a oltranza) e il tizio che presenta inizia con una lagna che non finisce più.

«Tra poco (pausa inutile) il nostro concorrente (pausa noiosa) scoprirà (pausa lunga) se la sua risposta (pausa fastidiosa) è quella giusta (aripausa) oppure (oddio basta pause!) se purtroppo (guarda che ora cambio) dovrà uscire (basta!) dalla casa del Grande Fratello». E ok: non lo fanno solo i quiz televisivi, purtroppo.

E poi, proprio sul più bello, quando pareva che il tedio fosse oramai giunto al termine, il conduttore si rivolge alla telecamera con un sorriso fin troppo anticipatorio, e annuncia:

«Ma ve lo diremo dopo la pubblicità

A questo punto normalmente io li mando a fanculo, cambio canale, e inizio ad annoiarmi con le pause di un altro programma. La cosa peggiore, è che non saprò mai quanto faceva due alla terza.

Quasi soluzioni:

Visto che questa volta sono andato troppo per le lunghe, con le soluzioni andiamo un po' di corsa:

1) Registrate le puntate, e guardatele mandandole avanti veloce. Scoprirete che le pause sono ancora piuttosto pesanti, ma più sostenibili.

2) Durante la pausa prendete la macchina, guidate fino a Cinecittà (fate in tempo anche se abitate dalle parti di Firenze o a Napoli) parcheggiate, prendete il pass, trovate lo studio dove girano il programma, prendetevi un caffé che tanto avete tempo, fumatevi pure una sigaretta con calma, entrate, trovate posto, toglietevi la giacca e sistematela con cura accanto a voi e poi gridate con tutta la voce che avete in gola la risposta esatta mentre il concorrente si sta giocando cinquecentomila euro. Sono proprio curioso di sapere che cosa vi dicono.

3) Se vi abituate a prendere bene i tempi, potete cambiare canale al momento giusto e seguire 3 quiz televisivi e un reality in contemporanea senza perdere un singolo istante. Il problema, qui, è che impazzirete.

4) Non guardare più stupidi programmi televisivi lenti e noiosi. Che del resto è la soluzione più ovvia...

Ma adesso, con tutto il tempo libero che vi avanza, che cavolo ci fate?

Simone

11/02/09

Le persone che hanno (quasi) cambiato il mondo: Robert Hooke, lo scienziato senza volto che scoprì un po' di tutto.

Tanti fisici e ingegneri vi diranno che Robert Hooke è famoso per essere l'autore della legge che porta il suo nome, che - da quel poco che mi ricordo - descrive qualche fenomeno noioso tipo il rapporto tra tensione e deformazione nei materiali.

Quello che quasi nessuno invece sa, a meno di non fare un complesso lavoro di ricerca su Internet (si tratta di scrivere Hooke e premere invio) è che questo scienziato è stanto anche scopritore - tra le varie cose - degli anelli di Newton, inventore del pendolo di Newton, praticamente co-scopritore della legge di gravitazione Universale (sempre di Newton) e ideatore di un attrezzo talmente inutile che è toccato aspettare 200 anni prima che qualcuno si decidesse a copiarglielo: la famosa (??) ruota di Savart.

Biografia ridotta:

Nato nel 1636 sull'isola di Wright, figlio del curato di Freshwater, Robert Hooke studiò un po' di tutto partendo dalla Meccanica fino ad arrivare all'Ottica, e dalla Geometria fino alla Fisica, in cui divenne effettivamente dottore solo nel 1691 (per consolare chi sta indietro con gli esami).

Membro della Royal Society fin dai primi anni della sua fondazione, ne divenne sovraintendente nel 1677. Nel corso dei suoi studi, Robert si applicò in un'infinità di progetti tra cui degli studi sulla pressione atmosferica (successivamente chiarì la distinzione tra pressione venosa e arteriosa) il perfezionamento dell'orologio meccanico (per chi ancora non guardava l'ora sul telefonino) la scoperta della cellula, l'invenzione di nuove soluzioni architettoniche, studi astronomici e Dio solo sa cos'altro, visto che poi quello che scopriva se lo freg... fungeva da ispirazione per gli altri.

Dopo una lunga disputa con Newton (lo avreste mai detto?) morì nel 1703 probabilmente a causa del diabete e di vari problemi cardiovascolari di cui aveva sofferto per anni.

Perché ha cambiato il mondo:


Per via dell'infinità di scoperte che gli vengono (più o meno ufficialmente) attribuite, è difficile indicare il settore specifico in cui il contributo di Robert Hooke è stato maggiormente importante.

Volendo comunque dare un senso a questo articolo, direi che il lavoro di questo grande studioso è stato importante non tanto per quello che ha scoperto in prima persona, ma per il contributo che ha dato al lavoro di altri scienziati che, più o meno onestamente, hanno preso spunto dalle sue ricerce in moltissimi campi.

In particolare (ok, era qui che volevo andare a parare) i suoi lavori con la microscopia sono strettamente collegati agli studi di Antoni van Leeuwenhoek, un mercante olandese poco istruito e dal nome impronunciabile che - per 50 anni - bersagliò la Royal Society con i resoconti delle proprie osservazioni al microscopio. In queste lettere, il signor Leeu... lasciamo perdere: il signor Antoni raccontava di strani animaletti che vivevano nell'acqua dello stagno vicino casa sua, o ancora descriveva delle bestioline buffe e tanto piccole da non poter essere osservate a occhio nudo, e che abitavano nella robaccia che si ritrovava tra i denti.

In qualità di sovraintendente dell'illustre società scientifica, Hooke confermò le osservazioni di Antoni van Comesiscrive, aprendo così la strada allo studio dei batteri e dei vari microorganismi. Studio che avrebbe avuto inizio quasi 200 anni dopo, perchè sul momento non gliene fregava niente a nessuno.

Curiosità:

Per spezzare una lancia a favore di Newton (o per sputtanare anche Hooke) all'epoca di questi due personaggi pare che Robert fosse tra gli incaricati a verificare le ricerce di altri scienziati che venivano presentate alla Royal Society. Ci sono insomma ancora vari dubbi su chi supervisionasse cosa e su chi fosse l'effettivo autore di tante leggi che oggi sono attribuite a questo o a quell'altro scienziato.

Il fatto poi che Robert fosse in rotta con Newton, e che quest'ultimo fu anche a capo della Royal Society, parrebbe anche essere una delle ragioni per cui ogni ritratto di Hooke è casualmente andato perso (l'immagine nel post era stata attribuita a lui, ma è probabilmente di qualcun altro) e che oggi nessuno conosca che aspetto avesse questo grande scienziato.

Se da tutta questa storia possiamo trarre un insegnamento, insomma, è che non è mai il caso di litigare e giungere ai ferri corti con persone particolarmente influenti.

Anche se questa non è certo una grande scoperta.

Simone

09/02/09

Se fossimo tutti un po' gay.

Chiudo il discorso dell'altra volta con qualche riflessione aggiuntiva su questo tema, ma chiariamo subito: questo non vuole essere un articolo su motivi, cause e ragioni che portano a omo/etero/bi/trisessualità, e non è nemmeno un trattato politico o una presa di posizione pro o contro determinati atteggiamenti e stili di vita.

Per queste cose la rete è già piena di materiale più interessante, magari scritto da qualcuno con una mezza cultura a riguardo sulla quale basare eventuali prese di posizione. Insomma, se cercate un discorso serio potete tranquillamente leggere altrove, mentre io con questo post voglio soltanto dire che, se fossimo tutti un po' gay:

- Le uscite tra single sarebbero molto più interessanti.

- Le discussioni parlamentari giungerebbero a conclusioni inaspettate, e alle conferenze internazionali combinerebbero almeno qualcosa.

- Il mondo vivrebbe in pace... o sotto la continua minaccia di qualche checca isterica.

- Ci sarebbero sempre quelli che odiano chi è troppo gay (o chi lo è troppo poco). Però li picchierebbero piano, battendo il piede per fare più rumore.

- La lega ce l'avrebbe sempre duro, ma non lo vedo come un vantaggio.

- I PACS e altre cose del genere sarebbero scontati, e qualcuno si batterebbe per il matrimonio a tre.

- Tutti riconosceremmo la dolcezza degli animali e la bellezza della natura... e le annienteremmo tra enormi sensi di colpa.

- I fucili sarebbero tutti colorati, e sparerebbero proiettili a forma di cuore.

- Potreste parlare di omosessualità in un post senza ritrovarvi il blog invaso dagli annunci porno (come invece è successo a me).

- Le foto in cui vi taggano su Facebook non ritrarrebbero necessariamente il vostro volto... ma i vostri amici vi riconoscerebbero lo stesso.

- Gli scrittori emergenti sarebbero sexy. E vabbè: almeno alcuni di loro.

- Qualcuno si farebbe psicanalizzare perché non si sente gay nella misura giusta. E qualcun altro guadagnerebbe 80 euro l'ora per convincerlo ad accettare la cosa. E poi si metterebbero insieme.

- Qualcuno manifesterebbe per un minimo sindacale di molestie sul luogo di lavoro.

- Andremmo tutti a dare gli esami in minigonna o in pantaloncini corti... e piangeremmo già dal giorno prima.

- Le prostitute costerebbero molto meno, e le donne andrebbero in giro con un macchinone nella speranza di rimorchiare qualcuno.

- Ci sarebbero locali per soli etero, con tanto di Dark Room. Peccato solo che sarebbe vuota.

- Al mare, tutti guarderebbero il sedere a tutti, e incontrare una ragazza in compagnia del classico palestrato sarebbe un punto a favore.

E per chiudere:


- I commentatori anonimi mi insulterebbero comunque per aver scritto questo post. Poi però tornerebbero a scusarsi, dicendo di non sapere che cosa gli è preso.

E poi tutti insieme ci metteremmo a piangere.

Simone

06/02/09

Poesia: il contatore del mio blog.


Il contatore del mio blog.

Io scrivo ma in fondo, sapete, non è per diletto
per sfizio, lavoro, dovere e nemmeno per gioco
lo faccio soltanto per una ragione, lo ammetto:
vedere i miei bei numeretti salir poco a poco.

Se cento persone mi cliccano non m'interessa
che restino o meno dal testo stupite o ammaliate
se fossero in mille ad entrare facendo una ressa
sarei ben felice di scrivere solo boiate.

Purtroppo, di norma, davvero, non son così tanti
coloro che agguanto felice con questa mia rete
vorrei avere il primo tra i siti più grandi e importanti
ma cerca la gente con Google ben altro, sapete:

Cartoni animati
la mappa del mondo
programmi copiati
del desktop lo sfondo.

La stampa di foto
la chat per i single
i test delle moto
suonerie, toni e gingle.

Il network sociale
qualcuno che tromba
la mappa spaziale
costruire una bomba.

Un forum per gay
il gatto in bottiglia
l'affare su ebay
un viaggio a Marsiglia.

Il test per la mente
l'antivirus-scudo
un blog divertente
disegni di nudo.

Il sito del comico
ricette da forno
un libro elettronico
e il solito porno.

Tra tutta l'offerta, davvero, per me resta poco
son triste di fronte al mio numero che ormai è sempre quello
quand'ecco qualcuno per sbaglio, per pena o per gioco
mi clicca, il mio numero sale e io penso: che bello!

Simone M. Navarra
www.ilmondoquasinuovo.com

04/02/09

Anatomia I: il mio primo esame di Medicina, domani (che era ieri).

Post rapido rapido, che devo ripassare...

Domani ho Anatomia I, che non è tanto un esame (non te lo verbalizzano sul libretto) quanto il primo di 5 o 6 pezzi che servono a comporre le materie di Fisiologia e - appunto - Anatomia, che alla fine del secondo anno verranno (si spera) verbalizzate insieme dopo una prova totale globale finale, il cosiddetto oralone.

Non so perché si siano messi in testa di organizzare le cose in questa maniera e di torturarti con infinite prove, piuttosto che farti fare 2 esami e via. In ogni caso, così com'è, Anatomia I è una tragedia perchè consta in una tonnellata di pagine da sapere a memoria senza alcun aiuto esterno, visto che la prova è solo scritta e tutto quello che hai davanti è un foglio di carta. Per uno che a Ingegneria saltava le dimostrazioni lunghe pensando: speriamo che non me la chiedono, questa prova è un bel problema e insomma prima me la tolgo e meglio è... sperando che gli altri esami non siano tutti così.

Il bello di scrivere prima un post che pubblicherò dopo, poi, è che domani è già oggi e quando leggerete queste righe (adesso, insomma) l'esame sarà comunque passato e potrete chiedermi subito come è andata senza lambire anche voi nell'ansia dell'incertezza.

Sempre che ovviamente ve ne freghi qualcosa. ^^

Simone

P.S.

A giudicare dall'immagine che ho messo, se l'uomo si fosse evoluto dalla rana avrei avuto molto meno da studiare ^^.

02/02/09

Simone Maria Navarra e il viaggio nel paese dei frrrrrrrrrr... gay.

Vacanza studio a Barcellona. Ok, vacanza e basta, che tanto sai chi ci crede.

Per il fine settimana decido di fare un giro per i dintorni della città, e guardando sulla guida vengo incuriosito da una certa Sitges: città balneare molto frequentata - dice la descrizione - nonché sede di una nutrita comunità gay.

«Perché a Barcellona ce ne stanno pochi» commento io, ignaro di quello a cui stavo andando incontro. E allora prendo la mia roba e parto.

Qui ci starebbe bene una musica tipo Indiana Jones: io che entro di corsa nella stazione con lo zaino in spalla, il treno che sbuffa nuvolette di fumo (cosa impossibile oggigiorno, ma tant'è) e in cielo sopra di me appare un titolone a lettere cubitali: Simone Maria Navarra - sottotitolo - e il viaggio nel paese dei frgay.

Giunto a destinazione, scendo dal treno e mi ritrovo in un bel paesone con tanta gente, tanto sole e - come sperato - tanto mare. Sono stanchissimo dalla settimana di studio (e sangria) e senza stare tanto lì a esplorare raggiungo una delle spiaggette più defilate e mi butto a prendere il sole sull'asciugamano.

Per una buona mezz'ora me ne sto in una specie di dormiveglia, finché non riapro gli occhi e giungo alla tanto procrastinata decisione di guardarmi finalmente intorno:

Alla mia sinistra, due uomini si stanno spalmando a vicenda la crema sulla schiena.

«Gli spagnoli sono molto calorosi» rifletto. «Noi in Italia queste cose non le facciamo».

Mi volto dall'altra parte, e vedo un gruppo di ragazzi che prendono il sole accatastati uno sopra all'altro come i pezzi di quel gioco che devi togliere gli stecchini senza farli muovere. Davanti a me c'è un uomo nudo con un tribale enorme dietro al culo e più avanti, in mezzo al mare, cinque o sei ciccioni barbuti ridono contenti mentre staltano abbracciati tra loro.

Realizzo (sbagliando) che quella deve essere la spiaggia gay, e nella mia sana tolleranza multietnica-sessuale-razziale e culturare decido di muovermi al solo scopo di andare a mangiare qualcosa... e allontanarmi da quella masnada di culattoni.

Riprendo insomma la mia esplorazione di Sitges, questa volta guardandomi intorno con un atteggiamento più indagatore, e mi rendo improvvisamente conto di una cosa: a Sitges sono (quasi) tutti omosessuali.

Ci sono gay, lesbiche, trans e tutte le varie combinazioni disponibili. Vedo coppie gay con cagnetti gay al guinzaglio. Pattinatori nella corsia riservata che gridano pista, pistaaaaa! in tono effemminato. Sportivi gay che corrono all'indietro sul bagnasciuga sperando di urtare qualcosa. Mamme e papà gay spingono carrozzine ricoperte di paillettes con dentro bimbi con tutine del colore sbagliato. Anche i gabbiani battono le ali in maniera equivoca, mentre i gatti randagi maschi si strusciano tra loro in posizioni lascive.

A un tratto una tettona alta un metro e ottanta, in topless, praticamente uscita da una puntata di Baywatch richiama la mia attenzione poggiandomi una mano su una spalla.

«La mia compagna mi ha tradita con un maschio» mi dice, con sguardo malizioso. «E io voglio vendicarmi di lei!»

Io mi stringo nelle spalle.

«Mi spiace ma sono etero» rispondo, andando avanti per la mia strada.

Alla fine decido che ormai sono lì, per cui tanto vale tornare in spiaggia... magari una di quelle dalla clientela meno estroversa.

Mi faccio il bagno, e poi mi metto a prendere il sole vicino a due uomini sulla sessantina dall'aspetto sufficientemente innocuo. Sono entrambi sul pelato andante, con una bella panzetta (ok, sono dei tripponi) e con dei baffi folti che gli danno un'aria simpatica. Sembrano quasi fratelli, e il fatto che sono quasi sicuramente sposati li rende in ogni caso parenti molto stretti.

Mentre ancora li osservo, uno dei due signori scrolla via un po' di sabbia dai baffi del - ehm - marito. Poi lo guarda negli occhi, gli fa un carezza, e a me sembra un gesto bello. Troppo bello, per essere una cosa brutta.

Più tardi rientro a Barcellona, e la sera mi incontro con il gruppo di amici che ho conosciuto lì.

«Sitges està piena de ricchiones» gli dico, in un meta-linguaggio a metà tra il romanaccio e lo spagnolo. «Porqué no me avete avvisados?»

«Noi veramente eravamo convinti che ci andassi proprio per quello» è la risposta degli altri.

E vabbe', del resto è anche normale: sono uno scrittore sensibile, di bell'aspetto e dai modi gentili...

Dovevo aspettarmi che mi prendessero per ricchione.

Simone