29/04/09

Se fossi a capo di un malvagio regime.

Sono assolutamente daccordo con voi: i regimi sono sbagliati, la libertà è importante e i diritti individuali sono indispensabili, inalienabili e tutti gli inabili che più vi piacciono. Però, ecco, le cose stanno così se il regime lo fa qualcun altro, e voi siete la vittima infelice e senza speranza che deve rassegnarsi a lasciarsi opprimere.

Ma se il regime lo facessi io? Oddio, non fraintendete (che davvero è la volta che finisco in galera!): io non voglio fare nulla di benché minimamente contrario alla democrazia, alla libertà e a tutte queste belle cose. Semplicemente, mi chiedo: cosa pensano i dittatori, i capi di stato e tutti quei crudeli governanti senza pietà che si vedono al cinema, nei fumetti, nei videogiochi o - più semplicemente - al telegiornale?

Ovviamente, io questo non lo so. Però se toccasse a me, se fossi cioè io a capo di tutto al posto di uno di loro, credo che mi organizzerei così:

- Finanzierei programmi televisivi contro di me, pagando goffi umoristi per prendermi per il culo e lasciandomi sputtanare da vignette di dubbio gusto. Alla fine, poi, commenterei: vedete? I miei oppositori hanno piena libertà di dire quello che gli pare. E ora non rompetemi più le palle, che altrimenti vi fucilo di nuovo!

- Corromperei metà dei giornalisti per fargli scrivere che sono tanto tanto buono, mentre all'altra metà ordinerei di dire sempre che sono brutto e cattivo. In questo modo sarebbero tutti impegnati a parlare a vuoto di me, piuttosto che pensare ai casini veri che ci sarebbero da risolvere.

- Pagherei qualcuno per fingere di morire quando faccio il gesto di strangolarlo da lontano, oppure se gli punto addosso il dito guardandolo con gli occhi cattivi: alle conferenze, sarebbe davvero una figata.

- Censurerei Internet e chiuderei tutti i siti tranne il mio, dove scriverei: click here for amazing free porn access! Quando però ci cliccate sopra verranno fuori tutti i miei ebook che non si chiudono più finché non li avete letti, nonché un virus scritto apposta per Machintosh che v'installa la beta di Windows-ME.

- M'inventerei un simbolo cattivo che spinga la gente a non fidarsi di me fin da subito: tipo una tarantola su di un teschio, delle siringhe insanguinate messe a X con dietro una lapide, un falcetto affilato incrociato con un oggetto contundente o anche una specie di grossa biscia minacciosa.

- Costruirei il mio consenso dicendo che sono per la pace, per la libertà, per la giustizia, per l'ambiente, per i diritti, per gli animali e per i bambini. Se mi criticate, è evidente che i cattivi siete voi.

- Brevetterei delle armi stupide e improbabili come la frusta elettrica, il boomerang avvelenato o i pattini con gli spuntoni, e obbligherei tutti ad andarci sempre in giro.

- Farei pubblicare recensioni positive per dei libri bruttissimi, così la gente crederà che i miei sono più belli (o almeno altrettanto brutti).

- Organizzerei tornei di Wrestling, campionati di calcio e gare automobilistiche truccate. Il prezzo per la sconfitta - come è naturale - sarebbe la morte.

- Farei annunci del tipo: adesso chiudiamo la scuola pubblica e gli ospedali, e usiamo i fondi per sviluppare nuovi quiz a risposta multipla su Facebook.

Poi lascerei sfogare un po' di lamentele, e alla fine direi con fare magnanimo: ok, avete vinto voi. Tagliamo solo un 40-50% del previsto, il ricavato l'investiamo nello sviluppo di nuovi balzelli e da adesso in poi, al posto dei testi classici ormai poco attuali, nelle scuole si studieranno i miei libri (la classica goccia che fa traboccare il vaso della rivoluzione, temo).

- Prima, però, aumenterei a dismisura le tasse con la scusa di voler stanziare denaro pubblico per costruire strutture e ampliare i servizi. Poi mi ruberei tutti i soldi, per spartirmeli con fedeli alleati, controllori corrotti e odiati oppositori (reali o presunti). Così la gente resterebbe senza nulla, nessuno li difenderebbe e alla fine la faremmo tutti franca alla faccia loro, in un paese più povero e più infelice dove governanti, funzionari e giornalisti fanno il cavolo che gli pare mentre i cittadini se la prendono in quel posto.

Ma vabbe'... quest'ultima cosa non avrei mai il coraggio di farla sul serio, e forse è anche un pochino assurda:

In fin dei conti, nessuno è davvero tanto malvagio.

Simone

27/04/09

Come divertirvi col mio libro... senza nemmeno doverlo leggere!

Come mi pare di avervi già detto (ma non ne sono assolutamente sicuro) è da poco uscito il mio primo libro, per cui almeno il problema di trovare un editore dovrei averlo risolto.

Il problema che invece ho adesso è che certi libri - e con certi intendo i libri di nuovi scrittori pubblicati da piccoli editori - è che nessuno sa della loro esistenza. Molte librerie non si preoccupano nemmeno di ordinarli, figurarsi poi se hanno voglia di metterli in evidenza in mezzo al marasma di altri volumi accatastati ovunque, così da farli notare e - magari - anche comprare da qualche possibile lettore.

Insomma, questo per dire che i librai non hanno la minima idea di chi io sia e di cosa cavolo possa aver scritto, e di vendere il mio libro non gliene potrebbe fregare di meno. E questo è un grosso vantaggio per tutti noi, perché altrimenti non potremmo organizzare alle loro spalle i divertentissimi (be', quasi) scherzi che seguono.

Preciso che - ovviamente - non è che sono scemo: questo post, articolo, capitolo o nota (a seconda se lo leggerete sul mio blog, sulla rivista della Delos, su facebook o all'interno di un futuro secondo libro) è solo un trucco per ricordarvi che, invece di stare lì a perdere tempo a leggere boiate su Internet, vi converrebbe sfruttare l'insperata e possibilmente irripetibile occasione di andare in libreria a comprarvi altre mie boiate, da leggere però comodamente in poltrona, sul divano o dove meglio credete.

E insomma, eccovi qua:

Tanti modi per divertirvi col mio libro senza nemmeno leggerlo... ma (si spera) almeno comprandolo.

- Andate in libreria e domandate: mi scusi, vorrei il libro di Navarra.

Quando il commesso vi chiederà: il libro di chi?! Voi potrete rispondere con uno spocchioso: ma come, lavora in una libreria e non sa nemmeno chi è Navarra?

Voglio dire: non avete sempre sognato di farlo anche voi? Io, sinceramente, sì.

- Come sopra, chiedete il mio libro e quando nessuno ovviamente saprà chi accidenti sono rispondete: va bene, lo dicevano alla M. (se siete in F.) o alla F. (se siete M.) che questo posto non vale cappero.

- Chiedete: vorrei il libro di quello che ha messo un ebook famoso online.

Ovviamente nessuno dei miei ebook è famoso, per cui continuate a ripetere: no, no, no... per 20 minuti, mentre il commesso vi riempie di titoli di libri assurdi che nessuno ha mai sentito nominare.

Piccola rettifica: non è famoso nessun ebook, né mio né di nessun altro. Ma questo mi sa che già lo sapevate.

- Domandate: mi dà il libro del sito dello scrittore emergente? (Sarebbe il titolo del mio vecchio blog, per chi non lo sapesse). Ma con un tono come se diceste: mi sa dire chi è che ha vinto le ultime elezioni americane? Non mi dirà mica che non lo conosce?

- Cercate una libreria dove il libro non c'è (facile) e quando vi dicono che non è disponibile prendete il primo libro che vi capita a tiro e agitandolo in maniera minacciosa esclamate: ecco, e invece 'ste boiate ce l'avete!

Viene benissimo con quel libro con la copertina che ricorda un po' il mio. Se poi scardinate uno scaffale carico di best-seller e CD dei reality direi che sarebbe il massimo... comunque, fate voi.

- Cercate una libreria dove il libro c'è (dovrete girare un po') e quando ve lo portano dite: sì, ma non cercavo questo libro di Navarra: io voglio quello coi gatti randagi!

- In maniera analoga, potreste rispondere: questo è l'ultimo libro di Navarra, ma io invece volevo il primo! (Sperando solo che le due cose non restino coincidenti in eterno).

- Ancora, quando vi trovano il libro nell'ultimo scaffale in alto che per raggiungerlo ci vuole la scala dei pompieri, sepolto sotto a diciotto strati di testi sulla psicanalisi del cinema surrealista (per dire che non ci mette mai le mani nessuno), insomma quando finalmente gli sherpa sopravvissuti tornano dalla spedizione col testo in mano e ve lo danno, voi portatelo all'ingresso della libreria, poggiatelo proprio davanti alla cassa e chiedete: vi dispiace se lo sistemo qui?

I librai vi adoreranno.

- Per concludere: se invece, per qualche caso strano, vi troverete di fronte a un commesso che sa davvero chi sono, quali sono gli ebook, come si chiama il mio libro e si ricorda addirittura dove si trova il testo all'interno della libreria, allora è ovvio che legge anche questo blog e avrà capito che volete prenderlo per i fondelli:

A questo punto, non vi resta altro che scappare.

Simone

22/04/09

Poesia: lo scrittore emergente.

Qualche verso in (quasi) rima per ricordare il vecchio blog... sperando che porti fortuna anche al libro, che è appena uscito.



Mi piace scrivere, è vero
scrittore mi sento
studio le lettere e l'arte
o quel che m'invento

scrissi un racconto, due pagine
ci misi tre ore
tirando fuori dall'anima
fatica e sudore

ma quando il mondo cattivo
scoprì le sue carte
vidi che oggi il successo
non va certo all'arte

mi sento dire e ripetere
"il tuo scritto non vale"
piango gettato in un vicolo
io solo, e il mio male

mai giungerà il mio compenso
il fatto m'è chiaro
però vi giuro: il mio spirito
non cede al denaro

arte e bellezza han perduto
valore e rispetto
ma nel mio cuore di giusto
io no, non l'accetto

se trovo un libro e fa schifo
lo scrivo in un sito
chi fa romanzi per vendere
è un ladro, e l'addito

la gente paga per leggere:
ignorante ed ottusa,
cede al sistema meschino
che sfrutta ed abusa

io che ho compreso soffrendo
l'amore e la vita
grido impugnando la penna
con queste mie dita:

«sono un poeta e un artista,
voi datemi ascolto!»
...anche se è un breve periodo
che non scrivo molto

niente mi pare più ovvio
guardandomi intorno
bello è soltanto il mio libro:
lo scriverò
un giorno.

Simone

20/04/09

La vita piccola: Ken leucocito contro i nemici dell'umanità.

Ken leucocito conduce una vita solitaria, quasi ascetica.

Mi è capitato di vederlo al microscopio, a lezione di Istologia: stava in un capillare, in mezzo a non so quanti globuli rossi che se ne andavano in circolo, tutti ammucchiati.

Se ne stava per i cavoli suoi, solo soletto, ma il suo nucleo spiccava come un pallino viola in quel marasma di eritrociti tutti uguali, vuoti e trasparenti, al limite rosati.

E in fin dei conti è tanto buono, Ken. E' un tipo tranquillo, e non dà mai fastidio a nessuno. Soltanto che in giro c'è un sacco di gentaglia: li chiamano batteri, batteriofagi, virus. I nemici dell'umanità, insomma. Gente che come arriva inizia a picchiare i globuli rossi, a rompere le cellule e a mandare a puttane tutto il metabolismo.

E Ken queste cose non le può vedere. Quando si trova in mezzo a una situazione del genere si trasforma come i personaggi di certi fumetti o - guarda un po' che coincidenza - dei cartoni giapponesi. Di punto in bianco diventa enorme, tutto muscoloso e coi capelli biondi e dritti in testa.

"Voi non siete degni di vivere!" dice a denti stretti e con gli occhi pieni di rabbia. E poi inizia a sparare immunoglobuline da tutte le parti, gridando Ta ta ta ta ta ta ta tà! come un invasato.

Alla fine i cattivi hanno sempre la peggio, e spariscono letteralmente da ogni tessuto, cellula o goccia di sangue. Mi ha salvato da una brutta fine un sacco di volte, Ken leucocito. E quando l'ho visto lì, al microscopio, tutto solo e senza amici mi ha fatto anche un po' pena.

Visto dal vivo non è proprio uguale a quello dei fumetti. Sembra più un animaletto, e mi è venuta voglia di accarezzarlo sulla testa e dargli qualcosa da mangiare, come se fosse un gatto. E invece non possiamo neanche avvicinarci, perché tra di noi c'è una distanza fatta di incolmabili ordini di grandezza.

Chissà se sa almeno che esisto, Ken. Chissà se prova qualcosa per me, mentre mi difende dai nemici dell'umanità.

Dal canto mio, io credo proprio di volergli bene.

Simone

17/04/09

La dama bianca, la Delos e il fantasy italiano.

Adesso vi sembrerò di parte, e forse rischierò anche di suonare poco sincero, ma a me questi romanzi della serie storie di draghi, maghi e guerrieri, editi dalla Delos (capito perché sono di parte? ^^) piacciono molto.

Ok, non è che mi piacciano davvero i romanzi in sé. O meglio, tra quelli che ho visto almeno uno l'ho trovato buono, ma dubito che si tratti di storie scritte con l'idea di piacere particolarmente a me.

Non che io abbia nulla contro il fantasy: ok, sì, in genere lo detesto, ma ammetto che può anche essere una forma di letteratura elevata. Cioè: Omero è Fantasy. Dante è Fantasy. Ende è Fantasy e, porca miseria, sono un po' fantasy pure il libro dei gatti e Primo Mazzini!

E poi non diciamo cavolate: i generi letterari sono solo una roba di marketing inventata da qualche scrittore furbone, per sapere più o meno quali libri conviene copiare in un dato momento. Però un libro è un libro e basta, sia che parli di gnomi, puffi, nanetti e sia che ci racconti invece di semplici e noiosi esseri umani.

E vabbe', dicevo, la collana della Delos. Mi piace, per il semplice fatto che pubblicano - oltre a scrittori già conosciuti - anche autori italiani completamente esordienti o ancora alle primissime pubblicazioni. Se vi fate un giro per la rete, troverete migliaia di aspiranti scrittori che scrivono fantasy e che cercano inutilmente un editore che gli dia una mezza possibilità. Ed eccola la possibilità, e anche tutta intera!

Mi verrebbe anche voglia di partecipare pure io... se non fosse che ci sono un po' troppi paletti (i gatti sputafuoco al posto dei draghi non vanno bene) e che mi hanno pure rifiutato un paio di idee solo perché una non era fantasy, e l'altra era completamente fuori tema. Ma che razza di pignoli, questi della Delos!

La cosa ancora più bella, è che dopo un inizio sotto lo pseudonimo collettivo di Kay Pendragon (i nomi italiani vendono molto meno di quelli inglesi, per motivi che richiederebbero una trattazione a parte) la collana è cresciuta a tal punto da spingere l'editore a firmare i libri con il vero nome degli autori. A qualcuno questo sembrerà poco. A me, sinceramente, no.

La vera impresa fantasy è proporre qualcosa di nuovo in un mercato perennemente in crisi come quello editoriale e avere successo. Altro che le storie coi draghi o quello che è! E io spero davvero che questi libri piacciano sempre di più, così da spingere altri editori a seguire la medesima strada (o la stessa Delos a continuare in questa direzione). Magari con una collana di romanzi brevi di autori emergenti PUNTO, senza paletti (be', magari qualcuno servirà comunque) senza costrizioni e senza nomi strani. Uno scrittore, il suo romanzo e - una buona volta - nient'altro.

Vi lascio con la presentazione dell'ultimo libro della serie, scritto da Luca di Gialleonardo... che tante volte è passato da queste parti con lo pseudonimo di Lucadj (o almeno credo che sia lui ^^)

La dama bianca
Di Kay Pendr... no: di Luca di Gialleonardo

Edizioni (credo) Delos Books

La Dama Bianca è una minaccia terribile per il mondo. Solo colui che riuscirà a impugnare la spada vergata con l'occhio di Hort riuscirà a fermarla. Ma Galan è solo un ragazzo, e il compito per lui appare troppo arduo...

Al giovane Patrix viene predetto un futuro da eroe: con il potere della spada di Hort potrà salvare il mondo sconfiggendo la temibile Dama Bianca. La profezia sembra però celare un inganno e Patrix non riesce a portare a termine la sua missione. Sarà compito del fratello minore, Galan, fare luce sulla sua morte, facendosi largo tra esseri misteriosi e, soprattutto, scavando nel passato del fratello. Quanta verità si celava negli incredibili racconti di Patrix? Tra emozioni intense e una guerra imminente, Galan troverà la forza di andare avanti e scoprire i segreti della mitica spada vergata con l'occhio di Hort, mentre la minaccia della Dama Bianca incombe sul mondo.


Qui potete acquistarlo online.

Qui invece trovate Operanarrativa, il sito letterario che Luca gestisce insieme ad Andrea Franco.

16/04/09

Quarantenni, la poesia di Reno Bromuro.

Reno Bromuro è un amico poeta, scrittore e regista teatrale, e sono molto felice di potervi presentare questo suo ultimo lavoro.

Quarantenni - di Reno Bromuro
Arduino Sacco Editore


Una lunga riflessione, sul mestiere di vivere e di fare poesia mettendoci l’anima e il cuore; Un momento di solitudine e angoscia che può prendere ognuno di noi;

le analogie ci aiutano a capire l’essenza di ciò che ci circonda, dicendoci che tutto è Uno, che tutto fa parte di un unico principio, uscendo dalle razionalistiche gabbie della semantica e dell’ermeneutica;

la malinconia di un’infanzia segnata dal dolore per un padre perduto e poi ritrovato, ma diverso da quello sperato… un insieme di emozioni che urlano amore, anche per colui che forse da piccolo non ha molto capito.


Il libro costa 10€, spese di spedizione comprese. Per acquistarlo potete scrivere a:

Reno Bromuro via Castel di Ieri, 21/R – 00155 Roma


Oppure

Arduino Sacco Editore Via Luigi Barbini, 24 – 00157 ROMA


Simone

15/04/09

Libri, studio, scrittura... e ringraziamenti.

Solito punto della situazione periodico, con qualche novità interessante (che del resto probabilmente già conoscerete).

Libri: o meglio Il libro: finalmente è uscito Io scrivo, che è disponibile già da alcuni giorni all'interno del negozio online della Delos Books.

In libreria ancora non si trova (o comunque non l'ho trovato io, almeno qui a Roma). Un commesso poco incline al dialogo mi ha detto che lo aspettano in un periodo variabile tra la settimana scorsa e fine mese (sperando che si tratti almeno del mese di Aprile), per cui magari tornerò a rompergli le scatole tra qualche giorno e poi vi farò sapere.

Speriamo solo che, alla fine, non mi costringano a comprarlo ^^.

Scrittura: prima di tutto, trovate un mio ritorno alle origini su Cabaret Bisanzio, il blog collettivo con cui sto collaborando da qualche settimana.

Si tratta di un post ricicl... volevo dire: riveduto e corretto della serie sugli errori degli aspiranti scrittori. Per ora ho in programma altri 2 articoli - per così dire - di seconda mano, ma poi ce ne dovrebbero essere anche un paio nuovi nuovi... sempre se non mi scanneranno dopo il secondo, che è quello sulle "d" eufoniche.

Per il resto la scrittura prosegue sempre e solo online e con brevi articoli come quelli che leggete qui, mentre dal punto di vista della stesura di nuovi romanzi continuo a rimanere bloccato.

A dirla tutta, sono certo che scriverò ancora un sacco di altre storie (vabbe', intanto pensiamo a scriverne almeno una ^^). In ogni caso le cose che scrivo ora mi piacciono, e forse non sarebbe poi così male nemmeno una carriera da - ehm - scrittore filosofo della domenica. In fondo è un tipo di scrittura anche quello, non credete?

Studio: come già detto, questo semestre di Medicina (il secondo del primo anno) è pesante, ma ormai siamo già in dirittura di arrivo. A metà/fine Maggio si chiudono i corsi, per cui non dovrò più seguire e sarà il momento di dare gli esami.

Il problema è che non so ancora nulla di Istologia, il libro di Embriologia è l'unico testo al mondo che riesce a essere noioso parlando di sesso, e in Biochimica 1 sono una capra (mi pare di aver già confessato la mia totale inettitudine nei confronti della Chimica). Resta Genetica che forse se la studiassi andrebbe decentemente, e insomma ora come ora non vedo questo esito brillante degli esami che dovrò fare a Giugno e Luglio.

A Gennaio mi sono praticamente chiuso dentro casa a studiare... e mi sa che a breve mi toccherà ri-rinchiudermi di nuovo.

Ringraziamenti: il mio libro non è praticamente ancora quasi nemmeno uscito, che già un sacco di amici e frequentatori del blog o anche colleghi autori della Delos e di altre case editrici ne hanno parlato... e per di più anche bene!

Da quanto ho capito, un libro del genere si riesce a vendere (o per lo meno a far girare un po') quasi esclusivamente grazie al passaparola. Insomma, grazie davvero a tutti per questo grandissimo aiuto... e quando un domani sarò (quasi) famoso e vi diranno: ah, non capisco come facciano ad avere successo certi libri del cavolo! voi potrete rispondere con orgoglio che, in effetti, è quasi tutta colpa vostra.

E anzi: questa volta, il quasi lo toglierei.

Simone

14/04/09

La scienza (quasi) facile: tutto quello che dovete sapere sulla Biologia.

E finalmente ci siamo arrivati: abbiamo studiato le basi di tutte le discipline scientifiche fondamentali (be', qualcosa del genere) conosciamo alla perfezione i più reconditi recessi dello scibile umano e, e... e ok, tanto vale dire le cose come stanno: grazie ai profondi approfondimenti (questa è una potente figura retorica) affrontati finora, non sappiamo un benemerito nulla di nulla di nulla di Matematica.

La Fisica è il nostro nemico giurato numero due (il numero 1 è la Meccanica Razionale, che qui non ho avuto nemmeno il coraggio di affrontare) e Chimica è solo l'incipit della frase volgare che rivolgereste a qualcuno che vi telefona alle 3 di notte (oltre che una battuta degna dei lavori forzati).

E ok, questa era la buona notizia. Buona sì, perché nella materia che stiamo per affrontare non aver capito un cavolo di nulla vi mette allo stesso livello della maggior parte degli scienziati che hanno provato ad affrontarla.

Se ancora non si fosse capito (bastava leggere il titolo, comunque) stiamo parlando della Biologia.

Cos'è questa materia:

Tradotta in maniera alquanto brutale, Biologia è una parola di origine greca che vuol dire qualcosa tipo: vita + studio.

Se chiariamo poi che non esiste alcun riferimento con qualche sfigato che passa la vita a studiare (tipo me) o chiuso in uno studio a fingere di lavorare mentre in realtà finge di scrivere (sempre tipo me), rimane allora evidente che la Biologia è la scienza che studia la vita.

«C'è vita su la terra?» si sono detti i biologi. «O sopra la terra, o anche sotto, o dove vi pare. Magari anche in posti dove non ve lo sareste aspettato, e che poi sbuca fuori all'improvviso tipo i gatti nei cassonetti che vi fanno prendere un colpo? E noi allora la studiamo. Per studiare la vita in genere dobbiamo ucciderla, per cui è un po' come studiare la morte... ma parlare di questo è roba da filosofi. Noi come già detto non siamo filosofi ma biologi, per cui non ci rompete le palle».

Difficoltà della materia:

Se per voi il difficile delle materie scientifiche sta nel fatto di dover risolvere lunghi calcoli o affrontare complessi ragionamenti, allora la biologia non è una materia eccessivamente complicata.

In fin dei conti ci sono molti concetti da capire, ma poi si tratta di applicare procedure estremamente pratiche e di analizzare i risultati che si ottengono: prendi una roba, mischiala con una schifezza, iniettala dentro qualcos'altro (compreso te stesso) e poi vediamo se escono fuori le stesse cose che si vedono al cinema.

Il fatto è che, a differenza di tutte le altre materie di cui abbiamo parlato finora, la Biologia è un campo ancora estremamente aperto. Aperto nel più concreto e assolutamente reale senso che - al suo interno - ci sono meccanismi ancora completamente ignoti.

Potreste cioè decidere di iniziare a studiare la Biologia oggi, prendere una laurea triennale e - con un po' di fortuna - magari nel giro di quattro o cinque anni inciampereste in qualche scoperta importante e del tutto inaspettata che vi farebbe vincere il Nobel.

Che poi, in genere, è proprio quello che succede.

A cosa serve la Biologia?

Avete mai visto, che ne so, il corpo umano? Ecco: noi siamo composti - tra le altre cose - da oggetti detti proteine.

Le proteine sono sintetizzate dalle cellule del nostro corpo a partire dal cosiddetto genoma (sarebbero i geni, i cromosomi, il DNA, il codice genetico o come siete abituati a sentirlo chiamare) una sorta di software in grado di immagazzinare, proteggere, riprodurre e appunto mettere in pratica tutte le informazioni necessarie a questo scopo.

Insomma se capissimo veramente qualcosa di biologia potremmo mettere le mani sul nostro DNA, così da ottenere un corpo che non si ammali di cancro, in grado di rigenerare un arto amputato, immune all'AIDS o - e questo spiega perché i biologi sono quasi sempre maschi - con un pisello più grande.

Concetti (quasi) avanzati per sentirsi (quasi) esperti:


Esistono degli animaletti piccolissimi e veramente bastardi, chiamati plasmidi. Questi plasmidi si avvicinano zitti zitti agli altri batteri, e quando questi meno se lo aspettano li trafiggono con una specie di tubo (ma non pensate male) che utilizzano per iniettare il proprio materiale genetico al loro interno. E va bene: pensate pure malissimo.

In questo modo, i plasmidi si riproducono infilando i propri geni direttamente all'interno dei loro non so quanto consenzienti ospiti. Un po' come i mostri di Alien in micro-miniatura, insomma, dei micro-bastardi che dall'origine dei tempi sono causa di malattia, morte, sofferenza e devastazione... per lo meno tra i batteri che vengono trafitti alle spalle e senza avvertimento.

Adesso: vi ricordate quella storia DNA = Proteine = Corpo umano? Come no, l'ho scritto tipo 3 righe più sopra!

Ebbene, qualche biologo è riuscito ai infilare il DNA di una proteina dentro uno di questi plasmidi cattivi. Il plasmide ha iniziato a sparpagliare in giro senza distinzione questo nuovo DNA insieme a quello di sua propria appartenenza (sono effettivamente un po' promiscui, questi animaletti) e il risultato finale è che adesso abbiamo dei batteri che producono medicine per noi, 24 ore su 24, senza nemmeno voler essere pagati.

Tanto per fare un solo esempio (anche perché non ne conosco altri) oggi l'insulina si produce grazie a dei batteri modificati con questi plasmidi. E questa nuova insulina è un farmaco molto più sicuro ed efficace di quella che si utilizzava fino a pochi anni fa, estraendola dagli animali.

Avete visto? Parlavamo tanto male dei poveri plasmidi, e loro hanno fatto tutto questo per noi!

Al posto vostro, io inizierei a sentirmi un po' in colpa.

Simone

09/04/09

Finalmente è uscito il mio libro!

Oggi mi è arrivato un pacchetto dalla Delos, lo stesso editore che pubblica il mio libro e che mi ha detto che mi avrebbe mandato un paio di copie. Chissà che ci sarà dentro?!

Meglio aprirlo delicatamente, non sia ma ci fosse una bomba o il solito serpente a sonagli da qualche ammiratore segreto.

Hmm, ma non sara mica... ma sì, sembra proprio il mio libro!
Ma che hanno combinato, hanno stampato la copertina al contrario?! Vabbe', scherzo: ho messo prima la foto del retro, per creare un po' di suspance.
Eccovi anche il bordo...

L'interno, che come vedete è pieno di pagine.
E finalmente anche la copertina! Sì, l'avevate già vista e no: evidentemente, non era uno scherzo.
O quasi.

Simone.

NOTA

Il libro si può già acquistare online sul sito della Delos. Da quanto ho capito, arriverà in libreria il 24 Aprile.

08/04/09

Il terremoto, la Croce Rossa, i libri. E una specie di puzzle.

Alcuni dei miei colleghi volontari sono già tornati dalle zone terremotate.

Inizialmente si è trattato di allestire le tende e i campi, mentre un gruppetto dava una mano nei soccorsi e nei trasporti in ambulanza. La situazione - a giudicare dai resoconti di chi c'è stato - dopo un ovvio momento di maggiore confusione iniziale inizia a stabilizzarsi, ma è ancora troppo presto per sapere come si svilupperanno le cose nel lungo termine.

Per il momento, tra personale di ambulanza, logistica e assistenza psicologica il mio gruppo ha mandato su una ventina di volontari. Se pensate che in tutta italia i gruppi di Croce Rossa sono centinaia (anche se ovviamente non sempre grandi come quelli che ci sono qui a Roma) avrete un'idea delle dimensioni del lavoro che sta svolgendo la Croce Rossa Italiana, insieme ovviamente ai Vigili del Fuoco e a tutte le altre componenti della Protezione Civile.

C'è anche un'altra notizia collegata al terremoto, ma in qualche modo anche alla scrittura, e ancora alla Croce Rossa. Riporto direttamente l'annuncio che Franco Forte ha lasciato sul forum della Delos:

Delos Books sta mettendo in campo, per quel poco che può fare la nostra casa editrice, una iniziativa a favore delle vittime del terremoto: evolveremo alla Croce Rossa Italiana il 100% di quanto incassato sul Delos Store con la vendita di tutti i libri che saranno acquistati a partire da giovedì fino a tutta domenica compresa.
Chi volesse contribuire al terremoto in questo modo, potrà farlo.
Grazie a tutti coloro che aderiranno.


Strano come certe volte le cose vadano insieme come un puzzle, no? Ma forse la realtà è che attorno alla brutta situazione di questi giorni sono nate spontaneamente tante idee e iniziative, che è normale che molte cose generalmente separate sembrino mescolarsi tra loro.

Quel che è certo è che l'Italia mi sembra molto meno egoista e addormentata di quello che tante volte ci arrendiamo a credere.

E speriamo di continuare così.

Simone

07/04/09

Due parole sul terremoto.

L'altra notte mi sono svegliato, come credo sia successo a quasi tutta Roma e dintorni.

Il letto oscillava. Non ho un lampadario, ma anche senza il classico punto di riferimento che guardano tutti non ci voleva un genio a capire che era il terremoto. A Roma ogni tanto certe scosse si sentono, ma così forte, e soprattutto così lunga, non s'era sentita mai.

Poi tutto si è fermato. È tornata la calma, e come se niente fosse mi sono rimesso a dormire. Solo la mattina dopo ho visto il casino che hanno visto tutti, e che ancora vedremo per chissà quanto tempo.

Qualche amico della Croce Rossa è già partito. Qualcun altro parte domattina, e tra chi viene e chi va, telefoni che non prendono e persone che non sanno bene le cose non ho ancora capito chi è andato e chi no, e non riesco a non sentirmi un po' in ansia all'idea di qualche amico che magari si ritrova in qualche situazione brutta.

C'è anche quello che era il paese dei miei nonni, vicino l'Aquila. Lì per qualche miracolo è venuta giù poca roba... anche perché forse è un po' distante dalle zone più colpite. Comunque è veramente una situazione orribile...

E non credo che ci sia altro da dire.

06/04/09

L'ufficio della burocrazia della morte, che vi fa perdere la vita e venire un'ulcera.

Io sono un criminale assetato di malvagità e raggiri. O meglio: lo sono fino a prova contraria, visto che ogni volta che mi trovo a interagire con un ufficio pubblico devo produrre ettolitri di carte e certificati in triplice firma per ottemprerare a ingiustificate magagne burocratiche.

Non ci credete? Sì che ci credete, visto che capita anche a voi... ma ecco qualche esempio che vi farà girare le palle solo a leggerlo raccontato, per cui figuratevi quanto sono girate a me che li ho vissuti per davvero.

Ufficio protocollo dell'ente X (non metto i nomi per ovvi motivi, però diciamo che in questo caso la X non si discosta molto dal nome vero): nell'ufficio dove collaboro io ci siamo persi una lettera (nel senso che non si sa nemmeno se è arrivata oppure no) per cui mi reco per l'appunto all'ufficio protocollo in cerca di qualche traccia del documento smarrito originale.

Mi trovo davanti a un'impiegata di 128 anni: andrà in pensione dopo che avrà finito di smistare 60 anni di lettere dell'ente X tutte da sola... per cui probabilmente non ci andrà mai.

«Ci siamo persi una lettera» gli dico, con tono credo gentile. «Può cercare sul protocollo se e quando è arrivata?»

Quella lì strabuzza gli occhi come se gli avessi chiesto di compiere un atto contro natura, tipo lavare la macchina quando piove.

«Ma non è possibile! Per trovarla bisognerebbe guardare tutto il protocollo

Be', in un certo senso è proprio così... ma l'arte di protocollare la posta in entrata non dovrebbe servire proprio a queste cose? Cioè, questa tizia si è mai chiesta, negli ultimi 60 anni, a cosa servisse il suo lavoro?

Però io non mi perdo d'animo. In fin dei conti, adoro fare il lavoro degli altri quando questi mi maltrattano. Per cui sorrido e mi faccio avanti.

«Non fa niente! Mi metto io a cercare sui vecchi registri. Che problema c'è?»

«Ma sta scherzando?!» altro che lavare la macchina: adesso pare che gli abbia chiesto di fare sesso con me (possibile che tutte le donne reagiscano allo stesso modo?) «Solo IO posso TOCCARE il registro del protocollo. Nessun altro è autorizzato!»

Ok: solo io posso farlo, però non lo faccio. Fine della storia.

E la lettera non fu trovata mai più.

Ufficio pubblico di quelli tipo acqua/gas/elettricità e cose del genere:

Arrivo tutto contento, come del resto sono sempre contento quando mi sveglio alle 7 di mattina per andare a fare la fila a qualche sportello.

Prendo un numeretto e inizio ad aspettare, ma visto che un amico che deve portare parte degli incartamenti sta tardando, dopo un po' torno al bancone dell'accettazione.

«Posso avere un altro numeretto?» chiedo alla ragazza che lavora lì (tra l'altro, il suo impiego consiste nello schiacciare il tasto e darti il tagliandino numerato che viene fuori).

Ovviamente, lei pensa subito che sia pazzo.

«Che deve farsene di due numeretti? Uno già ce l'ha!»

«Il fatto è che la persona che aspetto è in ritardo, e stanno per chiamare il mio numero. Se ne prendo subito un secondo, poi devo aspettare di meno nel caso che finisca con il perdere il turno».

Ok, ammetto che la mia spiegazione non è stata forse così chiara, però giuro di essere stato gentile e tranquillo. Almeno credo.

La simpatica signorina, però, è esasperata.

«Poi li spreca tutti e due! (Come darle torto? Lei poverina dà i numeretti, e la gente li butta via). Ma se proprio ne vuole un altro a tutti i costi, allora se lo prenda!»

Ovviamente queste cose le dice come se stesse parlando con un pazzo esaurito fuori di testa che vive in un tombino e si nutre mangiando tagliandini numerati. Che poi in effetti non hanno un cattivo sapore... ma andiamo avanti: finalmente sono arrivate le carte che mancavano, ed è giunto anche il mio turno.

«Ci arriva una bolletta con un'intestazione errata» spiego, poggiando sul banco un plico di fogli firmati e controfirmati e timbrati e inceralaccati col sangue di 3 umani diversi e due gatti. «Vorrei darvi l'intestazione corretta, per cui come mi è stato richiesto ho portato, nell'ordine: domanda in carta bollata, documento mio, documento del proprietario, delega, stralcio catastale, dichiarazione di nulla mutato, certificato di prevenzione incendi, legge 10/91, iscrizione alla camera di commercio della ditta dell'ascensore, analisi del sangue e delle urine del proprietario e di tutti gli inquilini, dichiarazioni dei redditi degli ultimi 2 anni del tizio che abita di fronte, certificato di battesimo e - infine - prova di fertilità sotto stress (quest'ultima non è tanto spiacevole, a dire il vero)».

Il tizio annuisce. Guarda tutti i fogli, e dalla sua espressione delusa pare che sia davvero tutto a posto. Poi, finalmente, s'illumina.

«L'edificio si trova in una strada che ha cambiato nome dopo la Seconda Guerra Mondiale (ci credo, è stata rasa al suolo dai bombardamenti!). Per questo motivo deve portarci una dichiarazione giurata del proprietario con conseguente nuova delega, copia del documento suo e di lui, firma in triplice copia e pagina di letterine con tante A, che da come scrive vedo che non le sa fare bene».

A quel punto non so cosa mi sia preso. Cioè, pare strano, inumano o anche assurdo, ma ero effettivamente un tantinello contrariato.

«Guardi che sono io che devo pagare voi» dico, col tono amabile di uno che sta per sgozzare degli innocenti. «Ma credete che m'inventi un casino del genere per pagare la bolletta di un altro? Se ogni volta che uno deve dare dei soldi a me gli rompessi il cazzo a questo modo, a quest'ora sarei morto di fame!»

E ok: ammetto di avere esagerato, turbando il gentile animo del poveruomo che si trovava davanti a me, sgomento e basito dalla mia reazione d'inumana ferocia.

Ha fatto benissimo a mandarmi a quel paese, chiudendomi lo sportello in faccia.

Simone

03/04/09

Vita da single: come svegliarsi da soli la mattina presto.

Vi ricordavate che bello, quando vivevate con i vostri genitori? A qualsiasi ora foste andati a dormire la notte precedente, c'era sempre qualcuno che vi svegliava e vi aiutava ad alzarvi, magari portandovi cappuccino e brioche o semplicemente buttandovi giù dal letto a calci.

Adesso invece vivete da soli, e quello della sveglia è un problema grave come quello delle pulizie e molto peggio di quello del mangiare: in fin dei conti, abbiamo una sorta di meccanismo interno che ci spinge a nutrirci prima di subire le letali conseguenze dell'inedia (sarebbe un modo da pessimo scrittore per descrivere la fame) mentre il mio orologio biologico è settato per le 11:20, quando ormai tutto i miei impegni sono andati a puttane e posso anche continuare a dormire fino al giorno seguente.

E invece no: siamo qui per cambiare le cose, migliorare noi stessi e diventare quasi indipendenti, per cui eccovi i mie consigli su...

Come alzarsi dal letto la mattina:

Comprate una sveglia: lo so che era meglio vostra mamma che vi si sedeva accanto dicendo: povero piccolo amore mio, che oggi deve alzarsi presto presto! ma i bei tempi sono finiti. Le sveglie sono degli oggetti a forma di orologio, solo che a un certo punto iniziano a fare un casino infernale e - almeno in linea teorica - vi costringono ad alzarvi. Il perché della via teorica lo approfondiremo tra un istante, ma chiariamo prima una cosa:

Ci sono sveglie elettroniche e sveglie meccaniche. Quelle meccaniche fanno un rumore intollerabile anche quando dovrebbero lasciarvi dormire (una sorta di TAC TAC che rimbomberà per la stanza da letto tenendovi svegli). Quelle elettroniche non fanno rumori molesti, però vivrete nell'ansia continua che si scarichino le pile proprio durante la notte prima dell'appuntamento più importante della vostra vita. A voi la scelta.

Comprate una seconda sveglia: tanto la prima non la sentirete, oppure la spegnerete nel sonno. Due o più sveglie sono molto più efficaci, ne avete quasi sicuramente una anche dentro al cellulare, e se si scaricano tutte le batterie contemporaneamente siete veramente sfigati.

Svegliatevi per davvero: io in genere guardo la sveglia, tolgo l'allarme e mi rimetto giù pensando: solo altri 5 minuti. Poi, regolarmente, dormo altre 3 ore.

L'opzione snooze serve proprio a questo (anche se in genere disattivo anche quella ad occhi chiusi) e diverse suonerie posizionate in vari punti della stanza vi costringeranno ad alzarvi per davvero, almeno per spegnerle tutte. La prima sveglia però va sempre vicino al letto, perché altrimenti non la sentirete mai!

Lasciate le serrande alzate: così sarà il Sole a svegliarvi. Durante l'ora legale, purtroppo, dovrete rivedere tutti i vostri orari.

Portatevi qualcuna (o qualcuno, se preferite) a letto: e dopo esservi infilati sotto le coperte ditegli: allora, io domani devo alzarmi presto. Tu cerca di non fare casino, e alle sette svegliami. Anzi, no: facciamo alle sette e un quarto.

Chiedete a vostra mamma di svegliarvi: non serve che viviate nello stesso appartamento! Può benissimo farvi una telefonata... o, ancora meglio, può citofonarvi portandovi così anche la colazione e il cestino con il pranzo (per la cena - come già detto in precedenza - siete voi che andate da lei).

E, se proprio tutto dovesse fallire, trovatevi degli impegni che iniziano tardi: voglio dire, chi arriverebbe mai in ritardo all'università, al lavoro o in qualsiasi altro posto, se le cose iniziassero dopo le 11 e 30? Il problema è che il mondo gira al contrario, e ti mettono le cose faticose e di cui non ti frega niente la mattina prestissimo, mentre le cose interessanti si fanno sempre di notte, quando ormai ti si chiudono gli occhi per la stanchezza...

Se le cose fossero organizzate al contrario, invece, non sarebbe deprimente dover studiare quando fuori è una bella giornata (visto che tanto è notte, e il sole non c'è comunque!). Gli straordinari vi farebbero uscire più presto, la gente metterebbe la sveglia un'ora prima per vedere le pubblicità erotiche e io mi alzerei prima dell'alba solo per aggiornare il blog.

Anche se poi, conoscendomi, tornerei sicuramente a dormire.

Simone

01/04/09

Ora basta, chiudo il blog e smetto di scrivere.

Oggi ho ricevuto l'ennesimo rifiuto per il libro dei gatti che cadono dal sole.

Quel romanzo è bellissimo, ma nessun editore capisce nulla di letteratura e tutti lo rifiutano senza nemmeno leggerlo.

Mi sembra inutile andare avanti così. Smetto di fare lo scrittore, e fanculo tutto.

Chiudo pure 'sto blog, tanto la verità è che mi rompevo le palle ad aggiornarlo.

Pure il libro del blog me l'ero inventato, e in realtà non esce.

Cioè, in realtà io scrivo esce, ma è solo un libro che si chiama così e io ho fatto finta che fosse il mio sperando di attirare qualche lettore in più. La copertina ovviamente l'ho fatta io, e c'ho messo il mio nome.

Ciao a tutti.

Anzi, addio.

E basta, che mi sono rotto le palle pure di 'sto post.

Simone