Immaginate un pugno di neuroni (be', un pugno piccolo) all'interno del vostro cervello: questi formeranno tra loro delle connessioni, un'architettura complessa fatta di centinaia di migliaia - se non milioni - di sottili contatti, le cosiddette spine dendritiche.
Un po' come l'intreccio degli innumerevoli fili colorati che compongono un arazzo, l'insieme di queste connessioni può formare un ricordo, un'idea. Un cosiddetto meme.
Un meme è un po' come un gene, solo che ce lo portiamo nella testa piuttosto che nel DNA. E a differenza dei geni, questi memi si passano da una persona all'altra non per mezzo di divertenti rapporti sessuali, ma tramite più noiosi libri, immagini e parole: la cosiddetta cultura.
Il bello è che, proprio come quelli biologici, anche questi geni mentali si evolvono, si trasformano, si adattano e cambiano col passare del tempo. E la caratteristica più importante dell'informazione - per così dire - neurale, è che a differenza di quella genetica si può trasmettere a tutti e in maniera istantanea.
Se dico a un bambino: non toccare la pentola sul fuoco, che scotta! Lui mi darà ascolto immediatamente (be', forse) evitando di ustionarsi. Non dobbiamo stare lì a scottarci per milioni di anni, sperando prima o poi di nascere con l'innato terrore per i fornelli oppure coi guanti da forno incorporati.
Come la nostra biologia e il nostro aspetto fisico ci rendono vivi e in grado di adattarci all'ambiente naturale, insomma, il pensiero si adatta alla realtà in cui siamo immersi per permetterci di sopravvivere, per aiutarci a portare avanti la nostra specie o - una volta che iniziamo un pochino a cavarcela - anche semplicemente per consentirci di vivere meglio.
A questo punto, si potrebbe tracciare un parallelismo tra la fisica - intesa come le leggi che regolano la materia - e i memi che a queste leggi meglio si adattano. Ci saranno insomma delle idee naturali, che nascono dalla semplice interazione tra il pensiero e il mondo che lo circonda: quando fa freddo è meglio coprirsi. Sott'acqua non si può respirare e il classico albero che cade da solo nella foresta può combinare comunque un bel guaio, specie se te lo ritrovi in mezzo alla strada mentre guidi e nessuno ti aveva avvisato.
Ma le analogie tra memi e geni non finiscono qui:
Quando, nel corso della replicazione del DNA, all'interno della cellula avviene qualche incidente, è raro che i risultati finali siano positivi. E cosa succede quando si trasmettono informazioni non vere? Nel processo di replicazione delle idee, un'indicazione errata è paragonabile a un errore di duplicazione: chi dice il falso o dà indicazioni imprecise - sia questo per errore o per un tornaconto di qualche tipo - sta danneggiando un meme che, da quel momento in poi, potrebbe non essere più in grado di svolgere la propria funzione.
Se il pensiero è una struttura biologica complessa, insomma, la cattiva trasmissione del sapere è la sua malattia.
Quello che c'è da chiedersi, allora, è se noi esseri umani - come individui e come società - stiamo selezionando le idee più giuste, oppure se scegliamo di volta in volta quelle che più ci avvantaggiano in un dato momento. Sono i memi meno adatti quelli che si perdono, oppure trasmettiamo al nostro prossimo qualcosa che non gli serve, e che può addirittura danneggiarlo?
D'altro canto, la curiosità per il mondo che anima l'uomo, l'attrazione che il pensiero prova verso la conoscenza e la sensazione che ci sia una differenza importante tra quello che chiamiamo giusto e quello che invece troviamo sbagliato, sembrerebbero spingere la cultura e la società verso idee - per così dire - migliori e più adatte alla nostra sopravvivenza.
In conclusione: esiste davvero un significato fisico della verità? Conviene che ognuno faccia il comodo proprio, o è possibile ricercare una morale naturalmente valida e universale, sulla quale costruire una società più evoluta?
Io, sinceramente, non sono in grado di rispondere a questa domanda, come credo che non lo sia nessuno.
Ma penso che ci dovremmo riflettere.
Simone
10 commenti:
Ci rifletterò!
Mai letta una tale sintesi di discipline diverse: biologia, sociologia, filosofia, politica, teologia anche...
Dici che l'istinto di sopravvivenza ci conduca, magari inconsciamente, a conservare i memi giusti, vale a dire a tramandare le informazioni più utili all'evoluzione sociale e tecnologica dell'uomo?
Il punto è che l'evoluzione biologica della vita è affidata alla natura (che altri potrebbero anche chiamare Dio) che ha un'"esperienza" di milioni (o miliardi, in alcuni casi) di anni, quindi, tutto sommato, personalmente la considero affidabile.
Al contrario l'evoluzione culturale è affidata all'uomo, e in questo caso mi fido di meno.
Ottima riflessione, comunque.
Ciao, dacty
Grazie a entrambi.
Personalmente mi piace scrivere articoli come questo... solo non so quanto la gente sia disposta a seguirmi, visto che sono un po' complicati o comunque difficili da leggere in fretta e a schermo.
Insomma le vostre opinioni mi interessano molto, grazie!
Simone
Di tanto in tanto leggo anche io :-) Ad esempio i memi del '900 hanno portato alla storia del '900 interessante rivoluzione Russa e sue conseguenze evolutive e anche la Germania qualche hanno piu tardi cosi fino ai tempi nostri. Alcune affermazioni circa la memetica mi ricordano l'uomo che vuole essere Dio e dominare l'evoluzione ... Spero che nel mondo quasi nuovo non sparisca il quasi :-)
Ciao
Diego
Diego: infatti parlavo proprio di "informazioni" spacciate per vere ma che invece fanno casini... poi il discorso sulla natura è più complesso.
Io non parlo di verità "naturale" intendendo la legge del più forte o quella storia di abbandonare i deboli di certi filosofi passati. Però - adesso mi tocca immergermi nel qualunquismo ^^ - se un politico dice che adesso possiamo volare e allora la gente si butta dalla finestra direi che poi la verità risulta evidente a tutti.
Simone
Stai preparando psicologia clinica? X°] perchè i memi di Dawkins li ho studiati lì, sempre se stai parlando di quelli.
:)
V
Velocifero: ne hanno parlato a genetica, veramente!
Simone
Sinceramente dubito che l'inconscio collettivo propenda verso dei memi sani, basti vedere i memi comportamentali che diffonde la t.v. fra Grandi Fratelli et similia, per non parlare dei telegiornali italiani che, coincidenza, sottolineano sempre misfatti legati a extracomunitari e parlano poco o nulla di quelli italiani (non che in America stiano meglio dal punto di vista dell'informazione allarmistica, secondo Michael Moore).
Come i geni, i memi si diffondono non perché migliori ma più adatti a riprodursi, e in questo c'è una forte componente casuale legata all'ambiente (fisico e mentale)in cui si trovano quando vengono generati o ripescati dal passato (spaziando dalle ideologie politiche ai pantaloni a zampa d'elefante).
Poi, ovviamente, se si parla di memi scientifici, già i soli memi del vaccino e dei trapianti d'organo ammortizzano enormememte i memi/danni collaterali della ricerca scientifica come l'Atomica (forse è un esempio un pò esagerato ma rende l'idea).
In definitiva, potremmo essere messi molto peggio, ma dubito che si arriverà mai ad una società idilliaca stile Star Trek!
Francesco: è vero, ma a differenza dei geni "normali", noi possiamo scegliere quali memi ci piacciono e quali no. Non è solo una selezione naturale, ma c'è di mezzo anche quello che vogliamo noi... e il guaio potrebbe essere quello, ok ^^.
Simone
Secondo me non esiste un giusto e sbagliato fisicamente o geneticamente universali.
Ma non sono in grado di dire con certezza se è per influenza di rendiconto perosnale o perché davvero, tra di noi, siamo molto diversi.
Non mi ero mai addentrata in un tale pensiero... O_o
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