Gli altri specialisti si erano presi tutti i pazienti veri... |
In un pronto soccorso grande, per dire, avete l'infermiere di triage che vi assegna un codice d'urgenza (bianco, verde, giallo, rosso) e una sorta di "indirizzo" terapeutico.
L'infermiere, insomma - in base alle possibilità della struttura in questione - decide se siete più o meno gravi, e poi vi invia dall'otorino, dall'ortopedico, dall'internista, dal ginecologo, dal pediatra, dall'oculista oppure dal chirurgo.
Questo nei DEA più grandi. In un ospedale piccolo magari non c'è subito l'oculista, oppure lo specialista più adatto lo devono prima chiamare e cose del genere... ma l'impostazione attuale resta quella di mandarvi il più direttamente possibile dal tipo di dottore che - dovrebbe - saper gestire meglio il vostro problema.
Ora invece l'idea del medico d'urgenza, questa specializzazione che magari all'estero esiste da 30 anni (avete presente ER?), da noi è nata da pochissimo e consisterebbe in un'impostazione più "centralizzata": in pronto soccorso c'è un medico unico che gestisce un po' tutti i tipi di pazienti. E poi, all'occorrenza, li invia allo specialista più adatto.
Che detto così sembra un po' un peggioramento: un medico soltanto, invece dei mille che prima stavano lì a disposizione. Ma guardiamo pure i vantaggi:
- Un medico che sa gestire un po' tutti i tipi di emergenze, potrebbe saper gestire meglio situazioni complesse dove il confine tra le varie specializzazioni diventa un po' labile.
- Idealmente, piuttosto che 1000 specialisti che sanno fare 1 cosa sola, forse sarebbe meglio di specialisti averne solo 100... ma che sappiano fare un po'di tutto.
- Gli altri specialisti potrebbero occuparsi di cose complesse che hanno studiato per anni: chiamare un otorino per un'otite esterna o un chirurgo per mettere un punto di sutura in testa - secondo me - è un pochino uno spreco.
- Non è che c'è sempre lo specialista che arriva a salvarti: se ti trovi in un ospedale piccolo e certi colleghi non ce li hai, devi arrangiarti. Ma se invece sei un medico d'urgenza che ha studiato per fare quelle cose, magari invece di arrangiarti e basta fai anche un lavoro fatto bene.
- Ultimo e personalissimo punto di vista: se in pronto soccorso ci trovi gente che ha studiato per stare in pronto soccorso, fa solo pronto soccorso, vuole stare in pronto soccorso e non vede il pronto soccorso come un ripiego o come una semplice gran rottura di coglioni, è possibile che alla fine il pronto soccorso funzioni anche meglio.
Che poi questa cosa è un dato di fatto: in 6 anni che esiste la specializzazione in medicina d'urgenza, sono iniziate a uscire fuori cose come la sedazione procedurale, l'ecografia, la rianimazione cardiopolmonare fatta secondo le linee guida... tutte cose che esistevano - sia chiaro - anche prima. Ma che non essendo parte del bagaglio "standard" del singolo medico di pronto soccorso diventavano più un sentito dire o un "se ne occupa qualcun altro", che un qualcosa di realmente presente.
E insomma, vabbe': un sacco di punti a favore... probabilmente anche un po' forzati e rigirati da un punto di vista preferenziale, visto che io sono di parte. Ma allora, dove starebbe il problema?
Il problema - appunto - è che come già dicevo questo "nuovo" modo di occuparsi dell'emergenza va a inserirsi in un mondo dove le cose si sono sempre fatte in una maniera un po' differente. E così, trovi:
- Medici abituati a lavorare in un certo modo, che ti dicono "ah no io questa cosa l'ho sempre fatta così, e io quest'altra cosa non la faccio".
- Una struttura burocratica assurda che, se non chiami lo specialista anche per mettere un cerotto su un brufolo, ti fa intendere che ti stai allargando e che probabilmente - presto o tardi - finirai in galera.
- Un modo di pensare un po' trasversale alle varie specializzazioni e professioni e competenze della sanità in toto - ma diciamo pure un po' di tutto il paese - secondo il quale se tutti hanno sempre fatto una determinata cosa in un certo modo, fare le cose in maniera diversa è da coglioni.
- Gli specializzandi di medicina d'urgenza, o chiunque voglia formarsi in quel senso, hanno difficoltà ad acquisire le competenze pratiche che sono sempre state affidate altri specialisti perché - semplicemente - continuano a essere affidate ad altri specialisti e loro non hanno occasione di fare pratica.
Insomma, in conclusione: quello che penso io è che tutti questi problemi cadranno sempre più in secondo piano a mano a mano che tutto il "meccanismo" si renderà conto che i medici d'urgenza sono un po' più della somma delle singole competenze che sembrano voler "rubare" agli altri specialisti.
Il problema - parlando sempre da un punto di vista personale - è che questo processo sarà così lungo che potrebbero volerci anche altri 20, o 30 anni.
È bello insomma far parte di un qualcosa che è appena nato, che cresce e che ha delle potenzialità chiaramente enormi. Meno bello pensare che magari rischio di essere troppo vecchio per poter fare l'urgentista - sempre di riuscire a trovare una collocazioen lavorativa in questo campo - quando i tempi saranno "maturi" e la specializzazione avrà trovato il suo giusto spazio e le giuste competenze.
La speranza è che le cose si muovano un po' più velocemente delle mie previsioni più pessimistiche. Ma bisogna che un po' tutto il mondo della sanità italiana inizi a vedere certe cose in un'ottica un pochino diversa.
Simone
9 commenti:
Ciao Simone, sono al secondo anno di medicina ed al passo con gli esami. Come te anch'io sarei orientata, per ora, a prendere la specializzazione in medicina d'urgenza perché il pronto soccorso mi ha sempre affascinata. Ad oggi di pratico ci hanno fatto fare solo un tour del policlinico (lo scorso anno) e dei seminari blsd (in fase di completamento). Vorrei cominciare a frequentare volontariamente il ps, ma una volta ottenuto l'ok cosa si fa? Non credo che abbiano il tempo di starmi addosso ed insegnarmi qualcosa, nè tantomeno voglio essere d'intralcio..come ti sei comportato quand'è toccato a te?
Ciao!
Io sono stato "appioppato" a un medico strutturato. I primi tempi stavamo in reparto, poi in OBI e infine in sala rossa. Insomma se ti dicono di seguire una persona in genere quella persona un minimo di retta te la darà :)
Comunque almeno a medicina d'urgenza non mi hanno fatto seguire fino al quinto anno, dicendomi che era troppo presto... ma in ogni posto alla fine fanno un po' come gli pare.
Ciao e in bocca al lupo!
Simone
ciao caro Simone leggo i tuo blog da tempo... ho 27 anni e ho ricominciato le scuole superiori per potermi iscrivere a medicina, solo che alle volte mi fermo a pensare che è tutto incerto, nel senso: ora che mi diplomo, e casomai mi laureo, faccio 35 anni... per non parlare di una specializzazione! finirei a 40 anni passati! appunto vorrei chiederti.. cosa si puo fare senza una specializzazione? mentre è tanto dura entrare a mmg?
altrimenti lascerò il sogno di medicina per farmacia, che non è che veda tanto come ripiego a livello di studi ,forse a livello lavorativo sì, dato che gira che ti rigira finisci quasi sempre per fare il commesso!
tanti saluti
anonimo D.
D: ciao!
Pensa che io a 40 anni ancora nemmeno so quando ci sarà il concorso per la specializzazione!
Però insomma come guardie mediche, sostituzioni, ambulanza e altre cose di sicuro si può lavorare.
Anche in specializzazione poi ti pagano... alla fine sempre di un lavoro si tratta.
Se sei arrivato a tornare a scuola per studiare medicina non so quanto valga la pena prendere una seconda scelta, rischi di trovarti insoddisfatto dopo tanta fatica. E pure come farmacista non è che la vita sia così facile, purtroppo.
Ciao e in bocca al lupo!
Simone
AnonimoD, da farmacista soddisfatto ti dico: lascia perdere farmacia, nonostante abbiano parecchi punti in comune (e parecchi no) non c'è peggior professionista di quello che avrebbe voluto esserne un altro (già che parti dall'idea di commesso indica che non ci sei tagliato, come se il mmg allora fosse uno scribacchino e il chirurgo un manovale ad alta specializzazione...cose a volte vere, ma che non devono essere la regola) e con la crisi del settore ormai trovano collocazioni decenti solo quelli bravi capaci di interpretare al meglio il ruolo (e al sud a volte neanche quelli, purtroppo), poi a che pro? risparmi giusto un anno di università (5 di farmacia contro i 6 di medicina, sempre che nel frattempo non portino farmacia a 6 come in diversi paesi europei), mentre se ti riferisci alla specializzazione allora Simone che dovrebbe dire?
pare fatto apposta, ne parlavamo in reparto qualche giorno fa. da me sono tutti internisti, qualcuno con doppia specializzazione. si parlava proprio del triage e hanno citato il lavoro di due ingegneri della toyota che hanno applicato il modello produttivo a cui erano abituati nei ps, partendo dal triage. per altro menzionavano proprio il fatto che sarebbe opportuno avere subito uno specialista al triage (a quanto pare in uk fanno così?) che, dopo essersi fatto un'idea, prescriva subito degli esami che comunque qualcuno dopo di lui probabilmente prescriverà, in modo da ottimizzare i tempi.
effettivamente la figura del medico d'urgenza è interessante, proprio nell'ottica di cui parli tu, giusto per non chiamare per una toracentesi il chirurgo toracico di turno, che magari si lamenta pure :P
Gaia, prova a vedere se ti fanno già frequentare. Magari all'inizio sono un po' restii, ma vedrai che finiranno per darti attenzione ;) al secondo anno si sa già abbastanza da cominciare a mettere le mani sui pazienti ed è bene capire in cosa consista il lavoro.
Nimbus: il medico d'urgenza non dovrebbe "prendere" un posto nel triage, che è una posizione nella quale lavorano gli infermieri.
Sicuramente però doversi interfacciare con un medico solo invece che con 4 o 5 specialisti differenti renderebbe più semplice il lavoro di chi sta al triage.
Riguardo alle prime terapie ed esami "obbligatori" fatti al volo, anche questo penso che potrebbe diventare di competenza infermieristica... anche se so che molti non sono d'accordo.
Simone
dal loro punto di vista invece, avere uno specialista già al triage sarebbe a un modo di renderlo più efficiente e ridurre i tempi di attesa, visto che subito incanali il paziente e chi lo visiterà dopo si ritroverà buona parte degli esami già pronti.
il punto è che gli esami non dovrebbero essere obbligatori (per la serie: una tc non si nega a nessuno), ma quelli molto probabilmente giusti.
ad ogni modo, ho ricordato (credo) il titolo del libro: making hospitals work. lo trovi su google libri. io non l'ho ancora letto, visto che sono già nel periodo caldo :(
Loved reeading this thanks
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