23/06/15

Il concorso per la specializzazione.

Basterà questo pezzetto di matita per altre 10 mila crocette?
Oggi si sono chiuse le domande per iscriversi al concorso, e insomma: siamo (?) iscritti, è andata, ed eccoci in ballo.

La cosa positiva del concorso è che ci sarà a fine Luglio. Una data abbastanza ravvicinata che non ci costringerà a studiare per mesi e mesi ma bensì soltanto per un tempo relativamente limitato.

La cosa negativa è che tra libri di test, vecchi testi, manuali e quant'altro mi sono sepolto vivo di libri che probabilmente non riuscirò manco a leggere fino alla fine.

Quello che sto facendo è:

1) Test di prova su libri di test di prova con le crocette.

Questo è un buon esercizio e un buon ripasso. Fermo restando che - probabilmente - le crocette che faccio per prova con quelle che saranno al concorso non c'entrano niente.

2) Ripasso rapido di un po' di tutto.

In maniera molto soft mi sto risfogliando i vari libri (specie quelli delle patologie integrate) per rivedere gli argomenti che ricordo peggio. Ovviamente ristudiare (o studiare) tutto è utopico.

Il problema è che - per esempio - sono assolutamente una pippa su antibiotici e reumatologia. Per cui mi vado a rileggere quello che non ricordavo (tutte cose che in questi anni avrò già studiato 6, 7 e anche 10 volte) ma poi quando capitano altre domande a riguardo finisce che le toppo lo stesso.

Certe cose della medicina sono semplicemente poco intuitive, meno interessanti e - per quanto mi riguarsa - impossibili da imparare sui libri. È un fatto che io ho personalmente deciso di accettare. Gli scrutinatori dei concorsi, purtroppo, no.

Da quello che scrivo sembrerà chissà quanto stia studiando, ma la verità è che sono un po' "moscio" e non riesco a fare più di tanto. Anche in ospedale sto andando sempre meno: un po' perché devo studiare e non perdere tempo con altre cose. Un po' perché alla fine penso pure che - comunque vada il concorso - non potrò in ogni caso continuare a frequentare quel pronto soccorso in particolare... ed è un'altra cosa che un po' mi dispiace.


L'idea di non calcolare nemmeno l'ipotesi della specializzazione era anche perché mi aspettavo che sarebbe stato un periodo un po' di merda come questo: studio "a perdere" senza un obiettivo preciso, dover dire addio a posti e persone ai quali mi sono affezionato, l'idea che non vorrei sinceramente fare altro nella vita a parte il dottore... anche se per fare il dottore ci sono tanti modi, e come finisci a farlo non è necessariamente scontato.

Eh vabbe': torno un po' a studiare, che poi se no mi vengono i sensi di colpa. Prometto altre notizie a breve e aggiornamenti meno "rarefatti". O, almeno, ci proverò :)

Simone

18/06/15

Falene - Di Alessia Fiorentino.

La casa editrice Elpìs presenta “Falene”, romanzo scritto da Alessia Fiorentino, giovane autrice palermitana, in passato autrice di Flaccovio e di Rizzoli con la saga di “Sitael”.

Ha scelto la nuova casa editrice Elpìs per la sua nuova saga urban fantasy dai toni dark e drammatici, i cui protagonisti, Evan e Pandora, si scontrano in un gioco dalle conseguenze letali.

Un mostro, una ragazza, un gioco mortale: benvenuti a Folklore.

TRAMA:

Folklore: una cittadina sul confine tra possibile e impossibile, dove ombre, fantasmi, streghe, spiriti del bosco e demoni vivono sotto la tutela dei Guardiani.

Evan: il ragazzo delle falene, un essere bellissimo ma spietato, in grado di fare qualunque cosa e intenzionato a distruggere il mondo.

Pandora: l’umana disposta a tutto per fermarlo e per vendicare la morte della sorella, anche accettare il mondo che ha scoperto con la Seconda Vista e sfidare Evan a un gioco dalle conseguenze letali. 
Sperando di non innamorarsi di lui.

Un mostro, una ragazza, un gioco mortale: benvenuti a Folklore.
 
ESTRATTO:

Pensai al giorno in cui lo avevo incontrato sul prato. Per quanto fosse bello non ero riuscita a vederlo come un ragazzo: era il mostro con cui avevo iniziato una partita. Non sapevo ancora in che squadra giocava lui e in quale giocavo io. Forse mi stavo battendo per l’intera umanità, ma continuavo ad avere paura di lui.

Eppure non riuscivo a smettere di pensare alle sue labbra sul mio viso. Le labbra del mostro che aveva ucciso mia sorella.

Che voleva distruggere la cosa più importante per me.

Che mi avrebbe uccisa alla fine del gioco.

SITO WEB:

04/06/15

Il concorso, e i progetti per il futuro.

Si prevede un'estate meravigliosa: quella del 2016.
Qualche giorno fa, è stato - finalmente - pubblicato il bando del concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione (di Medicina, ovviamente).

Come dico da tempo immemore (si parla del vecchio blog!) io la specializzazione non la vorrei proprio fare. Cioè non la volevo o non l'avrei voluta, fare. O meglio ancora: non avrei voluto provare il concorso... che tra provarci ed entrare sul serio - effettivamente - c'è una bella differenza.

Insomma io speravo di arrangiarmi col master che sto facendo, ambulanza, corsi da ecografista eccetera. Il problema però è che a parte non aver trovato ancora altro (ma mi sono abilitato da pochissimo) il mio "desiderio" diciamo maggiore sarebbe quello di lavorare in pronto soccorso. E in pronto soccorso ormai prendono soltanto medici specialisti... e pure gli stessi specialisti non è che li assumano e li tengano con chissà quanta facilità. Ecco.

D'altro canto, la vita dello specializzando non mi attira proprio per niente:

Intanto col concorso nazionale finirò comunque lontano da casa. Che le città grandi sono più richieste e io posso ambire a qualcosa di più basso in classifica. Ma basso basso per non dire che se già in classifica ci entro sarà un mezzo miracolo.

Poi vedo specializzandi - non quelli di medicina d'urgenza, sottolineo - che stanno in ospedale dalla mattina alla sera. Più le notti. Più diversi fine settimana al mese. Parliamo di orari di 70-80 ore settimanali, magari in posti dove non ti insegnano nemmeno così tanto e stai solo lì a coprire le carenze di personale.

Insomma 5 anni lontano da casa in una sorta di galera, per avere un titolo in più da sfruttare - forse - per un lavoro futuro un po' più appetibile. E ripetiamo il "forse".

Una volta a 2-3 anni dalla laurea tutti i medici erano già specialisti in qualcosa. Bastavano anche 6 mesi di tirocinio per partecipare a certi concorsi, e poi andavi avanti. Adesso invece a 1 anno pieno dalla laurea si tiene il concorso per finire chissà dove a fare chissà cosa, e mi pare sinceramente una gran fregatura.

Per cui, va bene, il progetto è il sottostante:

Provo il concorso a fine luglio. Vedo se entro, dove mi mandano e dove vado a finire e se mi piace resto e mi specializzo. E punto.

Se invece non entro da nessuna parte o non mi piace dove finisco, mi iscrivo a un secondo master e inizio a lavorare in ambulanza. Poi dopo un po' mi apro qualcosa privatamente, e alla sanità pubblica e al pronto soccorso non ci penso più. Che mi pare non ci sia proprio tutta ques'taria. La fregatura è che per "provare" una specializzazione rischio di perdere il master in medicina d'urgenza (non si può essere iscritti a 2 cose contemporaneamente) ma speriamo di no e a questo ci pensiamo dopo.

A parte le magagne burocratiche, io sinceramente vorrei tantissimo lavorare nell'emergenza, e non ho mai avuto questa stima così inamovibile per la sanità privata. Però qua davvero non vedo altri percorsi, e specializzarmi in un posto che non mi piace inizia a essere un sacrificio davvero troppo grande anche per uno che - per fare il dottore - ha buttato al secchio un'altra laurea e ha ricominciato completamente da zero.

Un po' più di ottimismo la porta la possibilità della nascita del doppio canale. Praticamente lavori presso una ASL o non so in che struttura territoriale. Nel frattempo segui i corsi di specializzazione, e ti specializzi in non so quali scuole (non credo che sia inclusa medicina d'urgenza, ma potrei scegliere una specializzazione equipollente).

Insomma sarebbe un modo per restare nella sanità pubblica, specializzarsi, fare esperienza, magari avendo un ruolo di secondo piano per qualche annetto ma a condizioni tutto sommato migliori. Purtroppo non se ne sa ancora niente: è un'idea osteggiata e rifiutata un po' da tutte le associazioni studentesche, università, primari e medici ospedalieri - che forse non si rendono conto della situazione che stiamo vivendo io e tanti altri medici appena laureati - e le discussioni a riguardo non vengono rese pubbliche.

Io un po' invece ci spero. Come un po' spero che il concorso vada meglio del preventivato, e come spero che pure per conto mio una volta "mollata" l'idea irrealizzabile del lavoro nel pubblico troverò comunque qualcosa di gratificante e utile da fare.

Tante speranze e tanti progetti, insomma. E intanto, come da un po' di tempo a questa parte, aspettiamo.

Simone